Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 131
Allegretti Paola, Catalogo dei codici italiani, Cod. Bodmer 131, in "Corona Nova. Bulletin de la Bibliotheca Bodmeriana", II (2003), pp. 76-97.
Titolo del codice: (1304-1374), <Rime>; (1265-1321), <Rime>; (ca. 1270-1336/37), <Rime> (3 testi); (ca. 1259-1300), <Rime> (2 testi); († ca. 1276), <Rime> (1 testo)
Datazione: Sec. XIV ex.
Supporto materiale: Membranaceo
Dimensioni:
cc. I, 180.
Formato: mm. 230 x 163
Numerazione delle pagine: Numerazione al margine superiore destro coeva alla confezione del codice. Il taglio ancora visibile della c. 8r, posta tra tavola e canzoniere e in origine bianca, crea a partire da questo punto una sfasatura tra la numerazione corrente e quella effettiva (anche se non presente); la ripetizione del numero 141, erronea ma non corretta in sede di stesura della tavola, reintegra le due serie. Sul margine inferiore sinistro numerazione moderna a lapis ogni 5 carte, cominciando da quella incollata sul piatto di coperta, lacunosa di un'unità a partire da c. 69r; lo scarto viene corretto in seconda battuta. A partire da c. 89r è leggibile sul margine destro inferiore una numerazione molto rifilata.
Composizione dei fascicoli: Un duernio seguito da 23 fascicoli, tutti quaternioni tranne il penultimo che è di 6 carte. La prima carta del primo fascicolo e l'ultima dell'ultimo sono incollate sui piatti di coperta. Richiami assenti in fondo ai fascicoli 2, 17, 19, 23, bianche le cc. 178v-180v.
Disposizione della pagina:
Specchiatura mm. 160 x 80.
L'accorpamento di due canzoneri distinti, mantenuti tali per quanto riguarda le caratteristiche esterne (indicatori metrici di verso, copia di explicit a c. 138v, pagine interamente decorate e lettere incipitarie a c. 8r e a c. 144r), e anche separabili fascicolarmente (la c. 144r è anzi minutamente sfrangiata sul margine destro, come a testimoniare di una sua condizione di carta esterna), è perseguito con l'unificazione della tavola iniziale (cc. 1r-7v). Questa è costruita a partire dalla tavola alfabetica del primo canzoniere, l'antigrafo fornito della rubrica «el libro de la mia Comare», con un ampliamento predisposto in via preliminare, dalla prima mano, con degli spazi in bianco di sei righe alla fine di ogni sezione alfabetica, utilizzati poi e sopperiti secondo il bisogno effettivo, anche fuori dello specchio di scrittura. Gli incipit dei testi successivi a c. 139r vengono disposti con salti di righe per riempire i bianchi, oppure, se eccedenti, fuori dello specchio inferiore di scrittura (come accade per le lettere «I», «L», «Q»), rompendo così la sequenza della normale progressione delle carte all'interno della lettera in rubrica. Il rubricatore inserisce al margine destro di colonna i numeri delle carte e ritocca di rosso la lettera capitale degli incipit; che si tratti di mano differente da quella del copista è provato dal diverso ductus, e da varianti grafemiche, ad esempio nell'incipit di Solerti 17 a c. 7r (383), a proposito cioè di un testo che, oltre ad essere aggiunto al corpus del libro provvisto di una sua tavola, è esemplato in una carta con numerazione ripetuta. La tavola comprende 434 incipit, mancano i testi 401, 402 e 437; il testo 436 (Cavalcanti 9), scritto come strofi al seguito del testo 435, non è materialmente identificabile come canzone autonoma; il testo 308 (<Rvf> 299) compare due volte perché altra mano più tarda lo riscrive sotto la lettera alfabetica che gli compete (<Ove la fronte>). Forse si tratta della stessa mano più tarda di lettore che ha postillato con un punto interrogativo gli incipit disposti sotto una lettera differente da quella del testo, quelli non appartenenti alla sezione che termina con l'explicit di c. 138v, e rubricato alcuni con l'indicazione marginale «§Dante».
Nella copia degli incipit nella tavola, la mano principale ne trascrive fuori posto alcuni, perché probabilmente a testo non erano ancora state rubricate le lettere capitali (<Rvf> 28 <O aspettata>, come <Laspettata>; <Rvf> 27 <Il succiessor> come <El succiessor>, <Rvf> 48 <Se may foca> come <Ne may foca>; <Rvf> 299 <Ove la fronte> come <Quella fronte>). Curiosa sistematicità nella copia dei testi presentano i cambi di terminazione in rima per interi sistemi, soprattutto nella fronte dei testi, corretti, ma non sempre, in seconda battuta: <Rvf> 90 «sparsi», <Rvf> 92 «paesi», <Rvf> 196 «frondi», <Rvf> 211 «scorgi», <Rvf> 303 «stave», (in <Rvf> 332 si corregge, per ipercorrettismo, «notti» in «notte»), <Rvf> 339 «apersi».
L'accorpamento di due canzoneri distinti, mantenuti tali per quanto riguarda le caratteristiche esterne (indicatori metrici di verso, copia di explicit a c. 138v, pagine interamente decorate e lettere incipitarie a c. 8r e a c. 144r), e anche separabili fascicolarmente (la c. 144r è anzi minutamente sfrangiata sul margine destro, come a testimoniare di una sua condizione di carta esterna), è perseguito con l'unificazione della tavola iniziale (cc. 1r-7v). Questa è costruita a partire dalla tavola alfabetica del primo canzoniere, l'antigrafo fornito della rubrica «el libro de la mia Comare», con un ampliamento predisposto in via preliminare, dalla prima mano, con degli spazi in bianco di sei righe alla fine di ogni sezione alfabetica, utilizzati poi e sopperiti secondo il bisogno effettivo, anche fuori dello specchio di scrittura. Gli incipit dei testi successivi a c. 139r vengono disposti con salti di righe per riempire i bianchi, oppure, se eccedenti, fuori dello specchio inferiore di scrittura (come accade per le lettere «I», «L», «Q»), rompendo così la sequenza della normale progressione delle carte all'interno della lettera in rubrica. Il rubricatore inserisce al margine destro di colonna i numeri delle carte e ritocca di rosso la lettera capitale degli incipit; che si tratti di mano differente da quella del copista è provato dal diverso ductus, e da varianti grafemiche, ad esempio nell'incipit di Solerti 17 a c. 7r (383), a proposito cioè di un testo che, oltre ad essere aggiunto al corpus del libro provvisto di una sua tavola, è esemplato in una carta con numerazione ripetuta. La tavola comprende 434 incipit, mancano i testi 401, 402 e 437; il testo 436 (Cavalcanti 9), scritto come strofi al seguito del testo 435, non è materialmente identificabile come canzone autonoma; il testo 308 (<Rvf> 299) compare due volte perché altra mano più tarda lo riscrive sotto la lettera alfabetica che gli compete (<Ove la fronte>). Forse si tratta della stessa mano più tarda di lettore che ha postillato con un punto interrogativo gli incipit disposti sotto una lettera differente da quella del testo, quelli non appartenenti alla sezione che termina con l'explicit di c. 138v, e rubricato alcuni con l'indicazione marginale «§Dante».
Nella copia degli incipit nella tavola, la mano principale ne trascrive fuori posto alcuni, perché probabilmente a testo non erano ancora state rubricate le lettere capitali (<Rvf> 28 <O aspettata>, come <Laspettata>; <Rvf> 27 <Il succiessor> come <El succiessor>, <Rvf> 48 <Se may foca> come <Ne may foca>; <Rvf> 299 <Ove la fronte> come <Quella fronte>). Curiosa sistematicità nella copia dei testi presentano i cambi di terminazione in rima per interi sistemi, soprattutto nella fronte dei testi, corretti, ma non sempre, in seconda battuta: <Rvf> 90 «sparsi», <Rvf> 92 «paesi», <Rvf> 196 «frondi», <Rvf> 211 «scorgi», <Rvf> 303 «stave», (in <Rvf> 332 si corregge, per ipercorrettismo, «notti» in «notte»), <Rvf> 339 «apersi».
Tipo di scrittura e mani:
- Si riconoscono due mani, quella del copista e quella, presumibilmente, del rubricatore che copia alcuni incipit nella tavola d'indice, con interventi successivi alla prima mano ma subordinati allo stesso progetto di integrazione dei due canzonieri da cui è composto il codice.
- Sui piatti di coperta, sul primo foglio di guardia e a c. 180r si trovano interventi seriori di altre cinque mani (C-G). La mano C e la mano D postillano anche il codice, la mano E interviene con punti interrogativi e rasure nella tavola.
- Alla mano C si deve la pergamena attaccata al primo piatto di coperta, a tutta pagina e con scrittura minuta a iniziare dal margine superiore, con le prime righe erase e copiate una seconda volta più in basso:
[…] in liber de montibus et fluuijs ubi dicitur de sorgha flu./ […] § Rodano cerca un bel paese tra gallia et nerbona / e in prouenza la presso avignione / Allonde casspe.i.mare / caspium ibi habitant […] § Sorgia. a surgedo in narbonensi prouintia loco qui vulgus dicitur uallis clausa. nota expropecii quo dicit abditinssio saxej montis tanta / aquarum abundanti a et cetera in de multas asperrimas cautes. effluens paruo contenta cursu in rodanum mergitur Jnclitus / Vir F.P. se cessit noua babillonia postponita. Vbi componuit liber africe heroico carmine gesta primi scipionis / africani cantans. buccolicarum libero. de vita solitaria ad filippum episcopum cauallicensem / Solis fons in artcyca regione et est inmedio nemoris quod amonis dicitur / Sacer. fons est in epyro./ Alonde casspe id est mare casspium ibi habitant femine amacçone / et est in india. amonte casspio denominato. uel casspius / marem oriente attollitur per aquilonem urgiens pene usquem ad europam porrigit / Gange fluuius. vbi sunt homines qui solo odore cuiusdam pomi viuunt. et si longius eunt pomum secum ferunt et etiam occeanum trasnatant / Hermes fluuius dicitur arenis aureis habere. Yberus.flu. Yspanie. Yndo mare est in africa. - La mano D, di seguito alla mano C, ha copiato <Stato fossio quando la uidi prima> (Solerti CXLVI), scritto a piena pagina nello spazio restante, un verso per riga con prima lettera maiuscola e riga in bianco alla fine di ogni quartina e terzina.
- La mano E, sul recto del primo foglio di guardia con mano mimetica di quella del copista (A) ricopia le prime 15 righe di c. 146r (), mancano solo le barre rosse alle maiuscole di verso, e sono presenti varianti grafemiche e fonetiche. Si segnalerà solo la forma «mei» invece di «miei» a c. , <Rime> 20 vv. 57-72, con lacuna del v. 59146r, perché rasure sistematiche nelle carte della tavola iniziale correggono sempre la seconda forma nella prima. Segue al centro della facciata, in un cartiglio rosso «lyb»: allineamento di lettere che è riproposto anche con le capitali incipitarie delle strofi di Dante (L, I) cui si sottoscrivono S AB. A c. 180r, sempre molto calligrafica, la mano E scrive:
Meser francesco petrarcha / Nacque nel 1304 adarecço // Mori nel 1374 in quello de padua / a una uilla chiamata arquade // Vixe anni 70 meno uno di [al margine, matita moderna: «è vero»] / Adi 6 daprile nel 1327 senamoro de / Madonna laura . vede el sonecto acarta 88 Voglia mesprona // Mori madonna laura nel 1348 adi 6 daprile / sullora prima. Vede el sonecto acarta 126 torname / amente // Dipunto auna dramma visse anni 21 dalora che / meser .f. sennamoro di ley. Vede el sonecto / acarta 136 tenneme amore anni 21 ardendo. - Sul secondo piatto di coperta la mano F al margine superiore «gli adavante […] 1434»; la mano G traccia a grandi lettere l'incipit boeziano «Carmina qui condam studio fiorente peregi» (<De consolatione Philosophiae> I 1, 1). In basso, a matita, segnatura Bodmer.
Decorazione:
- Nelle cc. 8r-143v i versi sono in colonna, le capitali di testo sono su tre righe in rosso con entrelacs blu; quelle di strofe in rosso su due righe; i primi versi di piedi e volte per sonetti e strofi presentano maiuscole ad inchiostro ritoccate di rosso, le sestine hanno questa maiuscola di partizione ipostrofica ogni sesto verso, preceduta da segno paragrafale rosso, e della stessa tipologia sono anche le partizioni di <Rvf> 29. Una riga in bianco tra un testo e il seguente. I testi esemplati alle cc. 144r-171v, disposti allo stesso modo dei precedenti, presentano però diversa adibizione delle maiuscole ad inchiostro nero ritoccate di rosso, presenti qui in tutti i versi. Mancano cosi le indicazioni ipostrofiche all'interno di sonetti e di strofi di canzoni, e il segno paragrafale: la sestina dantesca è trattata come una canzone ripartita in strofi (come, secondo diverse fattispecie, sembra una costante in tutta la tradizione manoscritta trecentesca, Boccaccio incluso).
- A c. 8r la «V» incipitaria è su 11 righe, ed il sonetto è fuori della speccchiatura e quindi predisposto per questa ornamentazione, nonostante la decorazione sembri più recente (Novati parla di epoca cinquecentesca): la decorazione è a cinque colori (blu, rosso, verde, viola, oro), con volute vegetali e tre draghi alati, dalla bocca di uno di essi esce il cartiglio «Misericordia signior mio». Fino a c. 12r le lettere incipitarie sono ritoccate nelle volute con oro. Anche a c. 144r la «D» incipitaria è su 11 righe, con decorazione policroma, della stessa epoca di quella di c. 8r.
- A c. 99r, in antico corrispondente alla c. 100, un disegno di grande manicula che regge una lettera «L» capitale affiancata dal nome «benedecto».
Aggiunte:
Sui testi si notano interventi di rasura, integrazione di lacune, varianti marginali; nonché commenti, glosse e manicule.
Legatura:
Rilegatura del sec. XV su assi di legno in cuoio marrone con quattro riquadrature ed ornamenti a secco. I due piatti sono ornati con una borchia centrale di metallo a forma di rosone rilevata al centro e rinforzature inchiodate ai quattro angoli; sul piatto inferiore due fermagli a barra su cardini. Dorso con quattro doppie nervature.
Contenuto:
- c. 1r Fuori dello specchio di scrittura, in inchiostro nero la presumibile nota di possesso, cfr. c. 99r. >Debasile (in rosso) Incipit latauola detutto ellibro / de la mia Comare (et) c(etera).<
- cc. 8r-178r Rime
-
cc. 8r-178r
c. 8r [1] Voi chascoltate in rime sparsi el sono (Rvf 1) [2] Per fare vna ligiadra sua vendetta (Rvf 2) [3] ERa il giorno chal sol si scoloraro (Rvf 3) c. 8v [4] Quel chenfinita prouidença 7 arte (Rvf 4) [5] Qaundio mouo sosspir achiamar voy (Rvf 5) c. 9r [6] Si trauiato el folle mio desio (Rvf 6) [7] La ghola el sonno 7 lotiose piume (Rvf 7) c. 9v [8] Appie del colle oue la bella vesta (Rvf 8) [9] Quandol pianeta che destinghue lore (Rvf 9) c. 10r [10] Gloriosa colonna enchui sapoggia (Rvf 10) [11] Lasare el uelo.o per sole o per ombra (Rvf 11) c. 10v [12] Se lamia vita dalaspro tormento (Rvf 12) [13] Quando fra laltre donne adora adora (Rvf 13) [14] Occhi mie lassi mentre chio ve giro (Rvf 14) c. 11r [15] Io me riuolgho endietro ad ciasscun passo (Rvf 15) [16] Mouese el uecchiarel canuto 7 bianco (Rvf 16) c. 11v [17] Piouomi amare lacrime daluiso (Rvf 17) [18] Quandio son tutto uolto in quella parte (Rvf 18) c. 12r [19] Sono animali al mondo desi altera (Rvf 19) [20] Verghogniando talor chancor si taccia (Rvf 20) c. 12v [21] Mille fiate odolcie mia ghuerrera (Rvf 21) [22] Qualunche animale albergha interra (Rvf 22) c. 13r [23] Nel dolçe tempo dilaprima ethade (Rvf 23) c. 15v [24] Se lonorata fronde che prescriue (Rvf 24) c. 16r [25] Amor piangiea 7 io collui tal uolta (Rvf 25) [26] Piu deme lieta non seuidde aterra (Rvf 26) c. 16v [27] Il succiessor di Carlo che la chioma (Rvf 27) [28] O aspettata inciel beata 7 bella (Rvf 28) c. 18v [29] Uerdi panni sanghuengni obscuri 7 persi (Rvf 29) c. 19v [30] Giovene donna sotto vn uerde lauro (Rvf 30) c. 20r [31] Questa anima gintil che si diparte (Rvf 31) c. 20v [32] Qaunto piu mauicino algiorno extremo (Rvf 32) [33] Gia fiammeggiaua lamorosa stella (Rvf 33) c. 21r [34] Appollo sanchor viue ilbel disio (Rvf 34) [35] Solo 7 pensoso eipiu diserti campi (Rvf 35) c. 21v [36] Sio credessi permorte esser scharcho (Rvf 36) c. 22r [37] Sie debile il filo achui satene (Rvf 37) c. 24r [38] Orso non fuoron may fiumi ne stangni (Rvf 38) [39] Io temo si dei begliochi lasalto (Rvf 39) [40] Samore o morte non da qualche stroppio (Rvf 40) c. 24v [41] Quando dal proprio sito serimoue (Rvf 41) [42] Da puoi chel dolcie riso humile 7 piano (Rvf 42) c. 25r [43] Il filgliuol di latona auea gia noue (Rvf 43) [44] Quel chen te salglia ebbe le man si pronte (Rvf 44) c. 25v [45] El mio aduersario in chui ueder solete (Rvf 45) [46] Loro leperle ei fior vermilgli 7 i bianchi (Rvf 46) c. 26r [47] Io sentia dentro alcor gia venir meno (Rvf 47) [48] Se may foco per foco non se spense (Rvf 48) c. 26v [49] Perchio tabbia guardata da mençognia (Rvf 49) [50] Nella stagion chelciel rappido inchina (Rvf 50) c. 27v [51] Pocho era adapressarsi agliocchi mey (Rvf 51) c. 28r [52] Non alsuo amante piu diana piacque (Rvf 52) [53] Spirito gintil che quelli menbra reggi (Rvf 53) c. 29v [54] Per chaluiso damor portaua ensengnia (Rvf 54) c. 30r [55] Quel focho chi pensay che fusse spento (Rvf 55) [56] Se col ciecho disir chel cor distruggie (Rvf 56) c. 30v [57] Mie uenture aluenir son tarde 7 pighre (Rvf 57) [58] La ghuancia che fu gia piangiendo stancha (Rvf 58) c. 31r [59] Per che quel che mi tresse adamar prima (Rvf 59) [60] Larbor gintil che forte amai moltanni (Rvf 60) c. 31v [61] Benedecto sia il giorno el mese 7 lanno (Rvf 61) [62] Padre del ciel dopo ei perduti giorni (Rvf 62) c. 32r [63] Volgiendo gli occhi al mio nouo colore (Rvf 63) [64] Se voy potessti per turbati sengni (Rvf 64) [65] Lasso chio male acorto fuy daprima (Rvf 65) c. 32v [66] Laer gauato 7 limportuna nebbia (Rvf 66) c. 33r [67] Dil mar terreno alasinistra riua (Rvf 67) c. 33v [68] Laspetto sacro dilaterra nosstra (Rvf 68) [69] Ben sapea io che natural consilglio (Rvf 69) [70] Lasso me chio non so inqual parte pieghi (Rvf 70) c. 34v [71] Per che lauita e breue (Rvf 71) c. 36r [72] Gintil mi donna io ueggio (Rvf 72) c. 37v [73] Poy che permio desstino (Rvf 73) c. 39r [74] Io sono gia stancho di pensar si come (Rvf 74) [75] Ei belgli occhi ondio fuy percosso in ghuisa (Rvf 75) [76] Amor chon suoi promesse losenghando (Rvf 76) c. 39v [77] Per mirar poicreto aproua fiso (Rvf 77) [78] Quando giunse a simon lalto conciepto (Rvf 78) c. 40r [79] Sal principio responde il fine el meço (Rvf 79) [80] Chie fermato dimenar sua vita (Rvf 80) c. 40v [81] Io so si stancho sotto il fasscio anticho (Rvf 81) c. 41r [82] Io non fuy damar voi lasciato vn quancho (Rvf 82) [83] Se bianche non son prima ambe le tempie (Rvf 83) c. 41v [84] Occhi piangiete acompangniate il core (Rvf 84) [85] Io amay sempre 7 amo forte anchora (Rvf 85) c. 42r [86] Io haro sempre in hodio lafinestra (Rvf 86) [87] Si tosto come aduien che larcho schocchi (Rvf 87) c. 42v [88] Poy che mia spene elongha auenir troppo (Rvf 88) [89] Erano ei capey doro alaura sparse (Rvf 89) c. 43r [90] Fugiendo lapregione oue amor mebbe (Rvf 90) [91] La bella donna che chotanto amaui (Rvf 91) [92] Piangete donne 7 con voi piangha amore (Rvf 92) c. 43v [93] Piu uolte amor maue gia detto scriui (Rvf 93) [94] Quando giungie pergliocchi alcor profondo (Rvf 94) c. 44r [95] Cosi potessio ben chiuder inuersi (Rvf 95) [96] Io son de laspettar omay si vinto (Rvf 96) c. 44v [97] Hay bella liberta come tu may (Rvf 97) [98] Orso al uostro desstrier se puo ben porre (Rvf 98) c. 45r [99] Poy che uoi 7 io piu uolte abbian prouato (Rvf 99) [100] Quella fenesdtra oue lun sol seuede (Rvf 100) c. 45v [101] Lasso ben so che dolorose prede (Rvf 101) [102] Ciesare poi chel traditor degypto (Rvf 102) c. 46r [103] Uinse anibal 7 non seppe vsar puoy (Rvf 103) [104] Laspettata virtu chen voi fioriua (Rvf 104) c. 46v [105] May non voy piu chantar chomio soleua (Rvf 105) c. 48r [106] Noua augieletta sopa lali acorta (Rvf 106) [107] Non ueggio oue scampar mi possa omay (Rvf 107) c. 48v [108] Aventuroso piu daltro terreno (Rvf 108) [109] Lasso quante fiate amor masale (Rvf 109) [110] Per seghuendomi amor alluogho vsato (Rvf 110) c. 49r [111] La donna chel mio cor nel uiso porta (Rvf 111) [112] De rider o gran volglia (Solerti CCXIII) c. 51r [113] Sennuccio io voy che sappi inqual manera (Rvf 112) c. 51v [114] Qui doue meçço son sennuccio mio (Rvf 113) [115] De lempia bambillonia onde fugita (Rvf 114) c. 52r [116] In meçço di due amanti honesta altera (Rvf 115) [117] Pien di quella inefabile dolcieçça (Rvf 116) c. 52v [118] Sel sasso onde piu chiusa questa ualle (Rvf 117) [119] Remansi adietro il sexto decimo anno (Rvf 118) [120] Una donna piu bella assai chel sole (Rvf 119) c. 54v [121] Quelle piatose rime in chio macorsi (Rvf 120) [122] Per che leterno moto sopraditto (Solerti XXV) c. 55r [123] Quantera amata daconcio cidipe (Solerti CC) c. 55v [124] O besstiuola che gia fusti in pregio (Solerti CLXXXII) [125] Si come dalamadre di fetonte (Solerti XXVII) c. 56r [126] Conte Riciardo quanto piu ripenso (Solerti XXIX) [127] Ingiegnio usato ale quesstion profonde (Solerti XIX) [128] Or uedi amor che giouenetta donna (Rvf 121) c. 56v [129] Diciascettanni agia riuolto il cielo (Rvf 122) [130] Donna me viene spesso nellamente (Solerti I) c. 57r [131] Quel uagho empallidir chel dolcie riso (Rvf 123) [132] Amor foruna 7 lamia mente schiua (Rvf 124) c. 57v [133] Sel pensier che mi struggie (Rvf 125) c. 58r [134] Chaire fressche 7 dolcie acque (Rvf 126) c. 59v [135] In quella parte doue amor me sprona (Rvf 127) c. 61v [136] Italia mia ben chel parlar sia indarno (Rvf 128) c. 63v [137] De pensier in pensier di monte in monte (Rvf 129) c. 64v [138] Poi chel camin me chiuso di merçede (Rvf 130) [139] Io chanterei damor si nouamente (Rvf 131) c. 65r [140] Samor non e che donque quel chio sento (Rvf 132) [141] Amor ma posto come segnio ad strale (Rvf 133) c. 65v [142] Pacie non trouo 7 nono dafar ghuerra (Rvf 134) [143] Qual piu diuersa 7 noua (Rvf 135) c. 67r [144] Fiamma dal ciel sulle tuoi treccie pioua (Rvf 136) c. 67v [145] Lauara bambillonia acolmo el saccho (Rvf 137) [146] Fontana di dolori albergho dira (Rvf 138) c. 68r [147] Quanto piu disiose lale spando (Rvf 139) [148] Amor che nel pensier mio uiue 7 rengnia (Rvf 140) c. 68v [149] Come tal ora altempo caldo sole (Rvf 141) [150] Ala dolcie ombra delebelle fronde (Rvf 142) c. 69v [151] Quando vodo parlar si dolciemente (Rvf 143) [152] Ne cosi bello elsol giamai leuarsi (Rvf 144) [153] Pommi oue il sol vcide ei fiori 7 lerba (Rvf 145) c. 70r [154] Odardente virtute ornata 7 calda (Rvf 146) [155] Quandol uoler che con due sproni ardenti (Rvf 147) c. 70v [156] Non tesi po varo arno adigie 7 tebro (Rvf 148) [157] Di tempo intempo me se fa men dura (Rvf 149) c. 71r [158] Che fai alma che pensi haren may pacie (Rvf 150) [159] Non datra 7 tempestosa onda marina (Rvf 151) c. 71v [160] Questumil fera vn cor ditigri o dorsa (Rvf 152) [161] Iti caldi sospiri al freddo core (Rvf 153) c. 72r [162] Non fuor mai gioue ociesare si mossi (Rvf 154) [163] Io vidi interra angielici costumi (Rvf 155) c. 72v [164] Quel sempre acierbo 7 honorato giorno (Rvf 156) [165] Ove chio posi gliochi lassi o giri (Rvf 157) c. 73r [166] Le stelle el cielo 7 gli alimenti aproua (Rvf 158) [167] In qual parte del cielo in qual ydea (Rvf 159) [168] Amore 7 io si pien di mirauilglia (Rvf 160) c. 73v [169] O passi sparsi o pensier vaghi 7 pronti (Rvf 161) [170] Lieti fiori felici 7 ben nate herbe (Rvf 162) c. 74r [171] Amor che uedi ongnie pensier aperto (Rvf 163) [172] Or chel cielo 7 la terra el uento tacie (Rvf 164) c. 74v [173] Comel candido pie per lerba fresscha (Rvf 165) [174] Sio fossi stato fermo alaspelloncha (Rvf 166) c. 75r [175] Quando amor ei beigliocchi aterra inchina (Rvf 167) [176] Amor mi manda quel docie pensiero (Rvf 168) c. 75v [177] Pein dun uagho pensier che me desuia (Rvf 169) [178] Piu volte gia dalbel sembiante humano (Rvf 170) c. 76r [179] Gionto ma amor fra belli 7 crudi braccia (Rvf 171) [180] Oinuidia nimica de virtute (Rvf 172) [181] Mirandol sol dei belgliocchi sereno (Rvf 173) c. 76v [182] Fera stella selciel a força in noi (Rvf 174) [183] Quando mi uene innançi eltempo elloco (Rvf 175) c. 77r [184] Per meçço ei bosschi in hosspiti 7 seluaggi (Rvf 176) [185] Mille piaggi in vn giorno 7 milli riui (Rvf 177) c. 77v [186] Amor mi sprona in vn tempo 7 afrena (Rvf 178) [187] Gieri quando tal or mecho sadira (Rvf 179) c. 78r [188] Po ben puo tu portartene la scorça (Rvf 180) [189] Amor fra lerba vna ligiadra rete (Rvf 181) c. 78v [190] Amor chaciendi el cor darsente çelo (Rvf 182) [191] Sel dolcie exguardo di cosstey mancide (Rvf 183) [192] Amor natura 7 la bella alma humile (Rvf 184) c. 79r [193] Questa enicie da laurata piuma (Rvf 185) [194] Si virgilio 7 homero auessen uissto (Rvf 186) c. 79v [195] Gionto alexandro ala famosa tomba (Rvf 187) [196] Almo sol quella fronde chio sol amo (Rvf 188) c. 80r [197] Passa lanaue mia colma doblio (Rvf 189) [198] Una candida cierua sopra lerba (Rvf 190) c. 80v [199] Si come eterna vita e uider dio (Rvf 191) [200] Stiamo amore auider lagloria nostra (Rvf 192) c. 81r [201] Passco la mente dun si nobel cibo (Rvf 193) [202] Laura gintil che raserena eipoggi (Rvf 194) [203] De di en di vo cangiandol viso el pelo (Rvf 195) c. 81v [204] Laura serena che fra uerde fronde (Rvf 196) [205] Laura cielestre chen quel uerdi lauro (Rvf 197) c. 82r [206] Laura soaue alsole spiegha 7 uibra (Rvf 198) [207] O bella man che me destruggiel core (Rvf 199) c. 82v [208] Non pur quelluna bella igniuda mano (Rvf 200) [209] Mia ventura 7 amor mauien si adorno (Rvf 201) c. 83r [210] Dun bel chiaro polito 7 viuo ghiaccio (Rvf 202) [211] Lasso chio ardo 7 altri non mel crede (Rvf 203) c. 83v [212] Anima che diuerse cose 7 tante (Rvf 204) [213] Dolcie ire dolcie sdengni dolcie pacie (Rvf 205) [214] Siol disse mai chio uengnia in hodio aquella (Rvf 206) c. 84v [215] Ben mi credea passar mio tempo omay (Rvf 207) c. 86r [216] Rapido fiume che dalpesstra vena (Rvf 208) c. 86v [217] Ei dolci colli ouio laciai me stesso (Rvf 209) [218] Non dal ysspano ybero alyndo ydasspe (Rvf 210) c. 87r [219] Volglia mi sprona amor me ghuida 7 scorge (Rvf 211) [220] Beato in sognio 7 delanghuir contento (Rvf 212) c. 87v [221] Gratie cha pochi elciel largho destina (Rvf 213) [222] Ançe tre di creata era alma inparte (Rvf 214) c. 88r [223] In nobel sanghue vita humile 7 queta (Rvf 215) c. 88v [224] Tuttol di piangho 7 poi lanotte quando (Rvf 216) [225] Gia disiai con si giusta querela (Rvf 217) c. 89r [226] Tra quantunche ligiadre donne 7 belle (Rvf 218) [227] El cantar nouo el piangier di gliaugielli (Rvf 219) [228] Onde tolse amor loro odi qual vena (Rvf 220) c. 89v [229] Qual mio desstin qual força o qual inghanno (Rvf 221) [230] Liete pensose acompagniate 7 sole (Rvf 222) c. 90r [231] Quando sol bagnia in mar laurato carro (Rvf 223) [232] Suna fede amorosa vn cor non finto (Rvf 224) c. 90v [233] Dodicie donne honestamente lasse (Rvf 225) [234] Passer mai solitario in alcun tetto (Rvf 226) c. 91r [235] Aura che quelle chiome bionde 7 crespe (Rvf 227) [236] Amor con la man destra ellato manco (Rvf 228) c. 91v [237] Cantay or piangho 7 non men di dolcieçça (Rvf 229) [238] Io piansi or canto chelcieleste lume (Rvf 230) [239] Io mi viuea demia sorte contento (Rvf 231) c. 92r [240] Vincitore alexandro lira el uinse (Rvf 232) [241] Qual vintura mi fo quando daluno (Rvf 233) c. 92v [242] Ochameretta che gia fosti vn porto (Rvf 234) [243] Lasso amor mi trasporta ovio non uolglio (Rvf 235) c. 93r [244] Amor io fallo 7 uegiol mio fallire (Rvf 236) [245] Nona tanti animali el mar fra londe (Rvf 237) c. 93v [246] Real natura angielico intellecto (Rvf 238) c. 94r [247] La ver laurora che si dolcie laura (Rvf 239) c. 94v [248] Io no preghato amor 7 nel repriegho (Rvf 240) [249] Laltro signior dinançe achui non vale (Rvf 241) c. 95r [250] Mira quel colle o stancho mio cor vagho (Rvf 242) [251] Fresscho fiorito ombroso 7 uerdi colle (Rvf 243) c. 95v [252] Il mal mi preme 7 mi spauenta elpeggio (Rvf 244) [253] Due rose fressche 7 colte emparadiso (Rvf 245) c. 96r [254] Laura chel uerdi lauro 7 laurei crine (Rvf 246) [255] Parra forse adlcun chen lodar quella (Rvf 247) c. 96v [256] Chi vuol vier quantunche puo natura (Rvf 248) [257] Qual paura o quando mi torna amente (Rvf 249) c. 97r [258] Solea lontana in sonno consolarme (Rvf 250) [259] O misera 7 orribel visione (Rvf 251) [260] Li antichi 7 bey pensier convien chio lassi (Solerti LXIV) c. 97v [261] In dubio di mio stato or piango or canto (Rvf 252) [262] O dolci sguardi o parolette acorte (Rvf 253) c. 98r [263] Io pur ascolto 7 non odo nouella (Rvf 254) [264] La sera disiar odiar laurora (Rvf 255) c. 98v [265] Far potessio vendetta di coley (Rvf 256) [266] In quel bel viso chio sosprio 7 bramo (Rvf 257) c. 99r [267] Uiue fauille vsscien di due bey lumi (Rvf 258) [268] Ciercato o sempre solitaria vita (Rvf 259) c. 99v [269] In tale stella duo belgli occhi vidi (Rvf 260) [270] Qual donna atende agloriosa fama (Rvf 261) [271] Cara la uita e dopo lei me pare (Rvf 262) c. 100r [272] Arbor vittorioso triomphale (Rvf 263) [273] Io vo pensando 7 nel pensier massale (Rvf 264) c. 102v [274] Aspro core 7 seluaggio 7 cruda uolgla (Rvf 265) [275] Signior mio caro ognie pensier me tira (Rvf 266) [276] Oimel bel viso oimel soaue exguardo (Rvf 267) c. 103r [277] Che debbio far che mi consilgli amore (Rvf 268) c. 104r [278] Rotta e lalta colonna eluerde lauro (Rvf 269) c. 104v [279] Amor se vuol chio torni algiogho antico (Rvf 270) c. 106r [280] Lardente nodo ouio foi dora in ora (Rvf 271) c. 106v [281] La vita fuggie 7 non sa resta vnora (Rvf 272) [282] Che fai che pensi che pur dietro guardi (Rvf 273) c. 107r [283] Datemi pacie o duri mie pensieri (Rvf 274) [284] Occhi mei obsucrato eluostro sole (Rvf 275) c. 107v [285] Poi che lauista angielica 7 serena (Rvf 276) [286] Samor nouo consilglio non aporta (Rvf 277) c. 108r [287] Nelletha sua piu bella 7 piu fiorita (Rvf 278) [288] Se lamentare augielli ouerdi fronde (Rvf 279) c. 108v [289] Mai non foi inparte oue si chiar uedessi (Rvf 280) [290] Quante fiate al mio dolcie reciepto (Rvf 281) c. 109r [291] Alma felicie che souente torne (Rvf 282) [292] Discolorato ay morte el piu bel volto (Rvf 283) c. 109v [293] Si breue el tempo el pensier si velocie (Rvf 284) [294] Ne mai piatosa madre al caro filglio (Rvf 285) c. 110r [295] Se quellaura soaue desosspiri (Rvf 286) [296] Sennuccio mio ben che dolglioso 7 solo (Rvf 287) c. 110v [297] Io ho pien de saspir questaer tutto (Rvf 288) [298] Lalma mia fiamma oltra le belle bella (Rvf 289) c. 111r [299] Come ual mondo or me diletta 7 piace (Rvf 290) [300] Quandio ueggio dal ciel sicender laurora (Rvf 291) c. 111v [301] Gli occhi de chio parlai si caldamente (Rvf 292) [302] Sio auessi pensato che si care (Rvf 293) c. 112r [303] Soleasi nel mio cor star bella 7 viua (Rvf 294) [304] Soleano eimiei pensier soauemente (Rvf 295) [305] Io me solglio acusare 7 or me scuso (Rvf 296) c. 112v [306] Due gran nimiche insieme erano agiunte (Rvf 297) [307] Quandio me uolgho indietro amirar gli anni (Rvf 298) c. 113r [308] Oue la fronte che con picciol cienno (Rvf 299) [309] Quanta inuidia te porto auara terra (Rvf 300) c. 113v [310] Ualle che dei lamenti mei sei piena (Rvf 301) [311] Leuommi in parte el mio pensier ouera (Rvf 302) c. 114r [312] Amor che meco albuon tempo te staue (Rvf 303) [313] Mentre chel cor dagliamorosi vermi (Rvf 304) c. 114v [314] Anima bella daquel nodo sciolta (Rvf 305) [315] Quel sol che mi mostraua el camin destro (Rvf 306) [316] Io pensaua assai destro esser sul lale (Rvf 307) c. 115r [317] Quella per chui con sorgha o cambiato arno (Rvf 308) [318] Lalto 7 nouo miracol chai di nosstri (Rvf 309) c. 115v [319] Ceffiro torna el bel tempo rimena (Rvf 310) [320] Quel rusigniuol che si soaue piangnie (Rvf 311) c. 116r [321] Ne per sereno ciel ir vaghe stelle (Rvf 312) [322] Passato el tempo omai lasso che tanto (Rvf 313) c. 116v [323] Mente mia che presagha dei tuo danni (Rvf 314) [324] Tutta lamia fiorita 7 uerdi ethade (Rvf 315) c. 117r [325] Tempo era omai da trouar pacie otrieghua (Rvf 316) [326] Tranquillo porto auea mostrato amore (Rvf 317) c. 117v [327] Al cader duna pianta che se suelse (Rvf 318) [328] Ei di mei piu ligier che nisun cieruo (Rvf 319) c. 118r [329] Sento laura mia antica eidolci colli (Rvf 320) [330] Equesto el nido inche la mia fenicie (Rvf 321) [331] Mai non uedranno le miei lucie asciutti (Rvf 322) c. 118v [332] Standomi vn giorno solo ala fenestra (Rvf 323) c. 119v [333] Amor quando fioria (Rvf 324) c. 120r [334] Tacier non posso 7 tempo non adopre (Rvf 325) c. 121v [335] Or ay fatto lesstremo de tua possa (Rvf 326) [336] Laura 7 lodore el refrigierio 7 lombra (Rvf 327) c. 122r [337] Lultimo lasso de miei giorni alegri (Rvf 328) [338] O giorno o ora o vltimo momento (Rvf 329) c. 122v [339] Quel uagho dolcie caro honesto isguardo (Rvf 330) [340] Solea da la fontana de mia uita (Rvf 331) c. 123v [341] Mia benegnia fortuna el viuer lieto (Rvf 332) c. 125r [342] Ite rime dolente al duro sasso (Rvf 333) [343] Sonessto amor puo meritar merçede (Rvf 334) [344] Uidde fra mille donna vna gia tale (Rvf 335) c. 125v [345] Torname amente ançe ve dentro quella (Rvf 336) [346] Quel che dodore 7 di color vinciea (Rvf 337) c. 126r [347] Lasciato ai morte sença sole el mondo (Rvf 338) [348] Conobbi quanto el ciel gli occhi mapersi (Rvf 339) c. 126v [349] Del cibo ondel signior mio sempre abonda (Rvf 342) [350] Dolcie mio caro 7 pretioso pegnio (Rvf 340) c. 127r [351] Dolcie durecçe 7 placide repulse (Rvf 351) [352] Spirto felicie che si dolciemente (Rvf 352) c. 127v [353] Uagho augielletto che cantando vai (Rvf 353) [354] O mondi alpestri ociespulgliosi may (Solerti CX) [355] Anima doue se che dora in ora (Solerti XLVIII) c. 128r [356] De porgie mano alaffannato ingiegnio (Rvf 354) [357] Questo nostro chaduco 7 fragil bene (Rvf 350) c. 128v [358] O tempo o ciel uolubel che fugiendo (Rvf 355) [359] Quando el soaue mio fido conforto (Rvf 359) c. 130r [360] De qual piata qual angiel fu si presto (Rvf 341) [361] Ripensando a quel choggie elcielo honora (Rvf 343) [362] Laura mia sacra al mio stanco riposo (Rvf 356) c. 130v [363] Fu forse vn tempo dolcie cosa amore (Rvf 344) [364] Spinse amore el dolor oue ir non debbe (Rvf 345) c. 131r [365] Liangioli eletti 7 lanime beate (Rvf 346) [366] Donna che lieta col principio nostro (Rvf 347) c. 131v [367] Day piu belgliocchi 7 dal piu chiaro uiso (Rvf 348) [368] Ei me par dora in ora vdire elmesso (Rvf 349) c. 132r [369] Ognie giorno me par piu demillanni (Rvf 357) [370] Non puo far morte dolcie viso amaro (Rvf 358) c. 132v [371] Quel antico mio dolcie inpio signiore (Rvf 360) c. 135r [372] Dicieme spesso elmio fidato spelglio (Rvf 361) [373] Uolo con lale depensieri alcielo (Rvf 362) c. 135v [374] Morte aspento quel sol chabalgliar solmi (Rvf 363) [375] Tennemi amor anni vintuno ardendo (Rvf 364) [376] Un clima vn çodiaco vn oricçonte (Solerti 50) c. 136r [377] Non so inqual parte gliocchi miei son volti (Solerti C) [378] Quello augiellin che nella prima vera (Solerti CXXIX) c. 136v [379] Io vo piangiendo eimie passati tempi (Rvf 365) [380] Vergine bella che di sol uestita (Rvf 366) c. 138v Explicit ellibro dela Comare mia / amen c. 139r [381] Africa puoi chabandono le spolglie (Solerti XLII) [382] El lampegiar degliocchi altiui 7 graue (Solerti LXVIII) [383] Lasso che sio mi dolglio io o ben donde (Solerti 7) c. 139v [384] Samor li chui costumi gia moltanni (Solerti 17) [385] Larco dei tuoi beglianni pasato hay (Solerti LXXXIII) c. 140r [386] Lasspre montagnie 7 le ualle profonde (Solerti LXXXIV) [387] Le belle rose eigilgli ei fresschi fiore (Solerti LXXXIX) c. 140v [388] Il tempo elloco oue prima me giunse (Solerti LXX) [389] Nel tempo quando laere se desciolglie (Solerti XCV) c. 141r [390] Alto intelletto il qual durando godo (Solerti XLVI) [391] Puglia calauria folcar 7 prouença (Solerti CXCIV) c. 141v [392] Lindusstrio experto villanel che cole (Solerti XCII) [393] Il cor cha ciasschidun de vita e fonte (Solerti LXVII) [394] Non nacque mai disio dolcie 7 soauve (Solerti CLXXX) c. 142r [395] Quella fiamma damor che mi consuma (Solerti CXXVIII) [396] Quanto sepuo piu sença disonore (Solerti 12) c. 142v [397] Ben chel camino sia faticoso 7 stresso (Solerti LI) [398] Io son si trauiato dal sentiero (Solerti XXXIII) c. 143r [399] Poi che lanaue mia limpio nocchiero (Solerti XXXIV) [400] Afaticosa via stanco churrero (Solerti XXXV) c. 143v [401] Currer suole aglialtar ciascun che teme (Solerti LVI) [402] Poi chal fattor deluniuerso piacque (Solerti CXXI) c. 144r [403] Donne chauete intellecto damore (Dante 14) c. 145r [404] Donna piatosa 7 di nouella etate (Dante 20) c. 146r [405] Gli occhi dolenti per piata del core (Dante 25) c. 147v [406] Ouoi che per la uia damor passate (Dante 5) c. 148r [407] Ballata io uo che tu ritroui amore (Dante 9) c. 148v [408] Spesse faite uengnomi alamente (Dante 13) [409] Amor el cor gentile son una cosa (Dante 16) c. 149r [410] Quantunche uolte lasso mi rimembra (Dante 27) c. 149v [411] Era uenuta nella mente mia (Dante 30) [412] De peregrini chepensosi andate (Dante 36) c. 150r [413] Oltre laspera che piu larga gira (Dante 37) [414] Cosi nel mio parlare uolglio esser aspro (Dante 103) c. 151v [415] Voi chentendendo il terço ciel mouete (Dante 79) c. 152v [416] Amor che nella mente mi ragiona (Dante 81) c. 154r [417] Le dolce rime damor chio solia (Dante 82) c. 156r [418] Amor che muouj tua uirtu dal cielo (Dante 90) c. 157v [419] Io sento di damor la gran possança (Dante 91) c. 158v [420] Al poco giorno 7 algran cerchio donbra (Dante 101) c. 159v [421] Amor tu uedi ben che questa donna (Dante 102) c. 160v [422] Io son uenuto al punto della rota (Dante 100) c. 161v [423] Emincresce di me si malamente (Dante 67) c. 163r [424] Poscia chamor del tucto malasciato (Dante 83) c. 165r [425] La despiatata mente che pur mira (Dante 50) c. 166r [426] Tre donne intorno alcor mi son uenute (Dante 104) c. 167v [427] Dolglia mireca nello core ardire (Dante 106) c. 170r [428] Amor da che conuien pur chio mi dolglia (Dante 116) c. 171v [429] Poi che satiar non posso gliocchi mey (Cino da Pistoia 15) [430] Io non posso cielar lomio dolore (Cino da Pistoia 73) c. 172v [431] Donna mi prega perchio uolglia dire (Cavalcanti 27) c. 174r [432] Al cor gintil repara sempre amore (Guinizzelli 5) c. 174v [433] Lalta sperança chemerecha amore (Cino da Pistoia 46) c. 175v [434] Ay faus ris prous quoy tray haues (Dante, Dubbie 5) c. 176v [435] Puoi che didolglia chor conuen chio porte (Cavalcanti 11) c. 176v [436] Io non pensaua che locor giamai (Cavalcanti 9) c. 177v [437] Uoi che sapete ragionar damore (Dante 80) c. 178r [438] Degliocchi delamia donna se moue (Dante 65) - L'identificazione del Bodmeriano 131 con il Melziano A descritto da Francesco Novati, proposta da Contini sulla base della scheda del Bodmeriano di N. Rauch (Livres précieux et autographes des XV et XVII siècles, Catalogue N° 2, Mies 1949, pp. 127-28 n° 124) è certa, ma dalla nuova ricognizione del contenuto del codice si impone una rettifica fondamentale di alcuni dati. Novati esamina il codice quando questo possedeva tre carte (sciolte) in più, non originali, ma che vengono da lui inserite nel computo dei fogli, e numera i testi di a partire dall' edizione Mestica, con numerazione dei pezzi distinta secondo i generi metrici. La sua descrizione, che non collima più con il codice attuale, è ripresa per i dati codicologici nella scheda di Besomi, in cui la numerazione delle carte risulta diversa da quella antica, presente, e da quella reale; si segnala una nota di proprietà a c. 129r che risulta irreperibile nel codice; non c'è menzione del sonetto sul piatto di coperta. Si sottolineano qui gli elementi di divergenza tra il codice Bodmeriano le sue descrizioni successive.
- Ecco la descrizione Novati del Melziano, tra parentesi quadre, per un confronto immediato, diamo il rimando alle carte e al numero progressivo dei testi nel Bodmeriano: «il son. 70 [=Rvf 91, c. 43r 91] è anteposto al 68 [=Rvf 89, c. 43r 90]: la canzone Di rider ò gran voglia [c. 49r 112] è intercalata tra il son. 88 [=Rvf 111, c. 48v 111J e l'89 [=Rvf 112, c. 49r 113], l'altra: Donna mi viene spesso nella mente [c. 56v 130] tra il son. 97 [=Rvf 122, c. 56v 129] ed il 98 [=Rvf 123, c. 57r 131]. Il son. 121 [=Rvf 154, c. 73r 166] segue il 125 [=Rvf 158, c. 72v 165]. Più gravi alterazioni si verificano nella parte seconda a partire dal son. 296 [=Rvf 342, c. 126v 349] che è preposto al 294 [=Rvf 340, c. 126v 350]; quindi seguono venti componimenti in quest'ordine: 305 [=Rvf 351, c. 127r 351], 306 [=Rvf 352, c. 127r 352], 307 [=Rvf 353, c. 127v 353], 308 [=Rvf 354, c. 128r 356], 304 [=Rvf 350, c. 128r 357], 309 [=Rvf 355, c. 128v 358], canz. XXVII [=Rvf 359, c. 128v 359], 295 [=Rvf 341, c. 130r 360], 297 [=Rvf 343, c. 130r 361], 310 [=Rv f356, c. 130r 362], 298 [=Rvf 344, c.130v 363], 299 [=Rvf 345, c.130v 364], 300 [=Rvf 346, c.131r 365], 301 [=Rvf 347, c.131r 366], 302 [=Rvf 348, c. 131v 367], 303 [=Rvf 349, c. 131v 368], 311 [=Rvf 357, c. 132r 369], 312 [=Rvf 358, c. 132r 370], canz.XXVIII [=Rvf 360,c. 132v 371], 313 [=Rvf 361, c. 135r 372]. Un altro elemento di perturbazione è dato dai componimenti spurî intercalati qua e là nel Canzoniere ; cosí un gruppo di sei sonetti o rifiutati o apocritì (Perchè l'eterno moto [c. 54v 122], Quant'era amata [c. 55r 123], O bestiuola [c. 55v 124], S come da la madre [c. 55v 125], Conte Ricciardo [c. 56r 126], Ingegno usato [c. 56r 127]) è intruso tra il son. 96 [=Rvf 120, c. 54v 121] e il madr. IV [=Rvf 121, c. 56r 128], c. 56r-58r; il son.: Gli antichi e bei pensier [c. 97r 260] è inserito fra il son. 213 [=Rvf 251, c. 97r 259] ed il 214 [=Rvf 252, c. 97v 261]; altri due: O monti alpestri [c. 127v 354], Anima dove se' [c. 127v 355] tra il son. 307 [=Rvf 353, c. 127v 353] ed il 308 [=Rvf 354, c. 128r 356]; altri tre: Un clima [c. 135v 376], Non so in qual parte [c. 136r 377], Quello augiellin [c. 136r 378], tra il son. 316 [=Rvf 364, c. 135v 375] e il 317 [=Rvf 365, c. 136v 379]» (pp. 309-310).
- La descrizione non è lineare, ma soprattutto apre con un dato errato: la sequenza nel Melziano data come 88, 91, 89, 90, è invece nel Bodmeriano 88, 90, 89, 91, cosí numerati anche da una mano moderna (c. 42r). Tale errore diventa congiuntivo visto che si ritrova anche in Wilkins e in Besomi.
- Ecco la descrizione di Wilkins: «42. Novati 1 (Melziano A: 14th cent.). 1-88, 91, 89-90, 92-111, CCXIII, 112-120, XXV, CC, CLXXXII, XXVII, XXIX, XIX, 121-122, Donna, 123-153, 155-158, 154, 159-251, LXIV, 252-336, A, 362-363, 365, CX, XLVIII, 364, 337-338, 355, C-D, 356-360, Un clima, C, CXXIX, 361, 366» (p. 232). Wilkins numera i testi terminali secondo la posizione nel Vat.lat. 3195, e attribuisce al Melziano la successione «355 [=Rvf 359], C [=Rvf 341, 343, 356]-D [=Rvf 344, 349, 357,358], 356 [=Rvf 360J ».
- In essa si omettono quattro testi, cc. 130r-132v (<Rvf> 345, <Rvf> 346, <Rvf> 347, <Rvf> 348). Ed ecco la descrizione di Besomi: «1-88, 91, 89-90, 92-111,» Di rider ho gran voglia» (CCXIII), 112-120, ff. 56v-58r «Perché l'eterno moto» (XXV), «Quant'era amata d'Aconcio Cidippe» (CC),«O bestiuola che già fusti im pregio» (CLXXXII), «Si come da la madre» (XXVII), «Conte Ricciardo quanto più ripenso» (XXIX), «Ingegno usato a le questhion profonde» (IXI) , 121-122, «Donna mi vene spesso» (I), 123-53, 155-58, 154, 159-251, «Gli antichi e bei pensier» (LXIV), 252-336, 339-341, 344, 342, 362-363, 365, «O monti alpestri o cispigliosi mai» (CX), «Anima dove se») (XLVIII), 364, 337-38, 355, 343, 345, 352, 346, 351, 353-54, 356-360, «Un clima, un zodiaco» (50), f. 138r «Non so in qual parte gli occhi miei» (C), f. 138rv «Quello augiellin che nella primavera» (CXXIX), 361, 366» (p. 410).
- La sequenza terminale «336, 339-341, 344, 342, 362-363, 365, CX, XLVIII, 364, 337-38, 355,343, 345, 352, 346, 351, 353-54, 356-360, Solerti 50, C, CXXIX, 361, 366» è data con i numeri di Wilkins (sciogliendo, sempre secondo lo stesso sistema i gruppi A C D) e indica infatti solo 32 testi invece di 36.
Provenienza del manoscritto:
La tavola è accompagnata dalla menzione «De Basile», e riferisce all'esemplare copiato la dicitura «libro de la mia Comare». In un dattiloscritto allegato, a firma P. E. M[artin] (<Note sur un manuscrit du 'Canzoniere' de Pétrarque augmenté d'autres pièces italiennes>, 21 mai 1949), si legge «le ms. provient de la bibl. de Federico Patetta de Cairo Montenotte dont la grande partie a été léguée à la Bibl. Vaticane ». Dalla descrizione di Novati sappiamo che nel 1904 era allegata al codice una lettera di Giovanni Antonio Maggi a D. Gaetano Melzi (Milano
9 luglio 1840) con un giudizio sul codice. Successivamente al Melzi fu di proprietà di Federico Patetta (Cairo Montenotte, Savona
1867 - Alessandria
1945).
Acquisizione del manoscritto:
Acquistato presso Rauch, Ginevra, nel giugno 1949.
Bibliografia:
- Francesco Novati, Biblioteca Melziana. Opere volgari, in: Francesco Petrarca e la Lombardia, Milano 1904, pp. 308-10.
- Rime disperse di Francesco Petrarca o a lui attribuite, a cura di Angelo Solerti (Firenze 1909), introduzione di Vittore Branca, postfazione di Paola Vecchi Galli, Firenze: Le Lettere 1997, pp. 35-36.
- Michele Barbi, Studi sul Canzoniere di Dante, Firenze: Sansoni 1915, p. 91.
- N. Rauch, Livres précieux et autographes des XV et XVII siècles, Catalogue N°2, Mies 1949, pp. 127-28 n°124.
- Dante Bianchi, Intorno alle <Rime disperse> del Petrarca. Il Petrarca e i fratelli Beccari, in: Studi petrarcheschi 2, 1949, p. 112.
- Ernst Hatch Wilkins, The Making of the «Canzoniere» and Other Petrarchan Studies, Roma: Edizioni di Storia e Letteratura 1951, p. 232, p. 245.
- Gianfranco Contini, Codici danteschi nella Biblioteca Bodmeriana, in: Studi Danteschi 36, 1959, pp. 281-83.
- Poeti del Duecento, a cura di Gianfranco Contini, Milano-Napoli: Ricciardi 1960, Tomo II, pp. 897 -98, 903-904.
- Ottavio Besomi, Codici petrarcheschi nelle biblioteche svizzere, Padova: Antenore 1967 (Censimento dei Codici Petrarcheschi, 3), pp. 410-11.
- Alessandro Pancheri, «Col suon chioccio». Per una frottola <dispersa> attribuibile a Francesco Petrarca, Padova: Antenore 1993, p. 77.
- Dante Alighieri, Rime, Edizione critica a cura di Domenico De Robertis, Firenze: Le Lettere 2002, voI. I, pp. 45-46.
- La Renaissance italienne. Peintres et poètes dans les collections genevoises, ss la dir. de M. Jeanneret et M. Natale, Cologny (Genève), Fondation Martin Bodmer, et Skira editore, 2006, pp. 58-61.