Esemplare contenente vari scritti di Agostino, a piena pagina, vergato da un solo copista, con una bella pagina iniziale con l'indicazione del contenuto e una iniziale miniata con tralci vegetali; figura nell'inventario della biblioteca del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v). Nel XV secolo il codice, come molti altri, ricevette una nuova legatura in pelle con una scritta sul piatto anteriore, borchie in metallo e un fermaglio, così come un'etichetta con il titolo (1r).
Online dal: 25.06.2015
Il manoscritto a piena pagina, contenente cinque testi di Agostino in parte lacunosi, consta di due parti che si distinguono chiaramente ma che costituivano una sola unità già prima del 1100, come si deduce dall'iscrizione nell'inventario della biblioteca del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v). Mentre la seconda parte (69 ss.) non è decorata, la prima parte presenta una pagina con l'Incipit ed una iniziale con tralci vegetali. Nel XV secolo il codice, come molti altri, ricevette una nuova legatura in pelle con una scritta sul piatto anteriore, borchie in metallo e un fermaglio, così come un'etichetta con il titolo (1r); quale controguardia anteriore venne utilizzato un frammento di messale con neumi del XII secolo.
Online dal: 25.06.2015
Esemplare contenente cinque testi di Agostino, a piena pagina, senza decorazione tranne un'iniziale con tralci vegetali; figura nell'inventario della biblioteca del monastero di Ognissanti del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v). Il codice fu nuovamente rilegato nel XIX secolo riutilizzando gli assi di legno originali di epoca romanica.
Online dal: 25.06.2015
Manoscritto a piena pagina contenente, oltre a due scritti di Agostino, l'unica copia di un'opera di Alcuino (Commento alla Genesi) che figura nella biblioteca di Allerheiligen; figura nell'inventario della biblioteca del 1100 ca. quale aggiunta (Min. 17, f. 306v). Sia la scrittura distintiva all'inizio, che le tre iniziali con tralci vegetali e la pagina con l'incipit del Commento alla Genesi, rimandano stilisticamente a un'origine più tarda. Da segnalare in particolare la legatura romanica contemporanea; solo l'etichetta sul dorso costituisce un'aggiunta posteriore.
Online dal: 25.06.2015
Esemplare contenente testi e lettere di Agostino, a piena pagina, senza decorazione tranne due iniziali con tralci vegetali; figura nell'inventario della biblioteca del monastero di Ognissanti del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v). L'indice (1r), contemporaneo, conferma l'unitarietà del manoscritto, alla cui realizzazione parteciparono numerose mani. Da segnalare in particolare la legatura romanica, che si è conservata senza tarde manomissioni.
Online dal: 25.06.2015
Manoscritto a piena pagina, senza decorazione tranne una iniziale in una pagina ornata, contenente il De Genesi ad literam di Agostino. Il manoscritto figura nell'inventario della biblioteca del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v). Nel XV secolo il codice, come molti altri, ricevette una nuova legatura in pelle con borchie in metallo e due fermagli. Quale foglio di guardia anteriore venne usato, così come nel Min. 44, il frammento di un manoscritto del XIII secolo; all'inizio vi si trova inoltre rilegato un bifoglio da Cassiodors Historia ecclesiastica.
Online dal: 23.06.2016
Esemplare a piena pagina, per la gran parte senza decorazione, del secondo libro di Gregorio Homeliae in Ezechielem. Il manoscritto figura nell'inventario della biblioteca del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v). Sul verso del primo foglio e sul recto dell'ultimo, forse inizialmente pensati come carte di guardia, vennero più tardi copiati dei documenti del sec. XII. Nel XV secolo il codice, come molti altri, ricevette una nuova legatura in pelle con borchie in metallo e due fermagli.
Online dal: 23.06.2016
Esemplare a piena pagina, senza decorazione, dei Dialoghi di Gregorio, a cui collaborarono molte mani, e che mostra numerose lacune, così come rasure e correzioni più tarde. Il manoscritto figura nell'inventario della biblioteca del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v) il quale tuttavia, tranne una aggiunta del sec. XII (58 r/v), non è stato scritto a Sciaffusa. Rimane da appurare se sia stato usato da solo, o con altri, quale modello per il Min. 48. Le tracce d'uso sul primo (f 1r) e sull'ultimo foglio (f 121v) lasciano pensare che il manoscritto rimase, così come numerosi altri, senza legatura fino al XV secolo, quando ricevette una coperta in pelle con borchie metalliche e due ganci di chiusura.
Online dal: 13.10.2016
Questo manoscritto, che figura nelle aggiunte fatte all'inventario della biblioteca del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v), è costituito di due parti. La prima contiene una versione a piena pagina dei Dialoghi di Gregorio, tramandati anche nel Min. 47, con una pagina iniziale decorata (1r) e un ritratto dell'autore (1v). Specialmente rimarchevoli sono la vita di Benedetto nel Libro 2 (23r) e l'inizio del Libro 3 (38r) e 4 (69r), che presentano un'iniziale con tralci. La legatura è romanica; non è chiaro se il fascicolo V tra la c. 32v e la c. 33r è andato perso sin dall'inizio o in occasione di un restauro in epoca moderna. La seconda parte (da 104r, fascicoli XV fino a XVIII) contiene una copia senza decorazione della Vita di Giovanni l'Elemosiniere di Leonzio di Napoli.
Online dal: 13.10.2016
Prima parte di un esemplare in sei volumi dei Moralia in Job di Gregorio (Min. 50-55), elencato nell'inventario della biblioteca del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, 306v), e che contiene i libri da 1 a 5. A piena pagina e senza decorazione tranne la pagina con l'Incipit (1r) e una iniziale con tralci vegetali (1v). A c. 129 segue un Sermo di Oddone di Cluny. Scolorimenti e tracce di uso sulla prima (1r) e sull'ultima carta (132v) lasciano supporre che il manoscritto sia rimasto senza legatura fino a quando, nel XV secolo, come molti altri codici ricevette una legatura in pelle con borchie di metallo e due ganci di chiusura. Quali fogli di guardia vennero utilizzate due carte dal Min. 110 (seconda metà del XII secolo).
Online dal: 13.10.2016
Quarte parte di un esemplare in sei volumi, elencato nell'inventario della biblioteca del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v), dei Moralia in Job di Gregorio Min. 50-55), che contiene i libri da 17 a 22, denominato a c. 1r quale IIII. pars. A piena pagina, accurato manoscritto senza decorazione, tranne una iniziale con tralci vegetali. Nel XV secolo il codice ricevette, come molti altri, una nuova legatura in pelle con borchie di metallo, due ganci di chiusura ed un'etichetta con il titolo (1r). Quali carte di guardia vennero utilizzati, come nei Min. 20, Min. 24, Min. 40 e Min. 55, frammenti di un obituario del monastero di Ognissanti del XIV sec. (c. 169r-v; la carta di guardia anteriore è andata persa).
Online dal: 22.03.2017
Quinta parte di un esemplare in sei volumi, elencato nell'inventario della biblioteca del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v), dei Moralia in Job di Gregorio Min. 50-55), che contiene i libri da 23 a 27, denominato a c. 3r quale quinta pars. A piena pagina, senza decorazione tranne una iniziale con tralci vegetali a piena pagina non completata nella pagina con l'Incipit (3r). Quali controguardie e carte di guardia della legatura romanica vennero utilizzati dei bifogli da un altro codice, anche proveniente da Sciaffusa, contenente la versione del Libro 23 dei Moralia (c. 1v–2v, 100r–101v).
Online dal: 22.03.2017
Sesta parte di un esemplare in sei volumi, elencato nell'inventario della biblioteca del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v), dei Moralia in Job di Gregorio Min. 50-55), che contiene i libri da 28 a 35. A piena pagina, accurato, scritto da vari copisti, con la pagina dell'Incipit decorata (2v), una iniziale con tralci vegetali a piena pagina (3r) ed altre iniziali con tralci all'inizio dei singoli libri. Alla fine (183v-185v) sono stati trascritti quattro documenti degli anni 1090-1122. Nel XV secolo il codice ricevette, come molti altri, una nuova legatura in pelle con borchie di metallo, due ganci di chiusura ed un'etichetta con il titolo (1r). Quali carte di guardia vennero utilizzati, come nei Min. 20, Min. 24, Min. 40 e Min. 53, frammenti di un obituario del monastero di Ognissanti del XIV sec. (1r-v e 186r-v).
Online dal: 22.03.2017
Secondo tomo del libri II omeliarum et sermonum per totum annum, con i Sermones de tempore (f. 1v), Sermones de sanctis (f. 136v) e i Sermones de communi sanctorum (f. 237v) per il periodo da Pentecoste fino alla fine dell'anno liturgico, elencato nelle aggiunte alla lista dei libri del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v). Il manoscritto, su due colonne, vergato fino alla ultima pagina lasciata incompleta, da un unico copista esperto, appartiene, con le sue numerose iniziali con tralci realizzate a penna con inchiostro rosso, alcune corrispondenti a ben 20 righe, e le sue scritture distintive, ad uno dei più bei manoscritti realizzati nel monastero di Ognissanti. Il codice, come molti altri, nel XV secolo ricevette una legatura nuova in pelle con borchie in metallo e due ganci di chiusura; il f. 1 (da allora sciolto) ebbe funzione di foglio di guardia, quello alla fine manca (dopo il f. 287).
Online dal: 26.09.2017
Il pontificale contiene, oltre ai tipici testi liturgici, anche delle istruzioni (ordines) per i vescovi nel caso della scelta, designazione e incoronazione di un re o per l'incoronazione di imperatori o imperatrici. Il codice contiene tre disegni a penna a piena pagina con una scena di dedicazione (2v), una scena di incoronazione (29r) e un imperatore in trono sul verso (29v). La menzione nel testo di s. Nonnoso, le cui reliquie furono traslate verso la metà dell'XI secolo nel duomo di Freising, rimanda ad un'origine del codice in un monastero benedettino della Germania sudorientale. Il manoscritto si conserva da più di 900 anni a Sciaffusa dove è menzionato nell'elenco dei manoscritti di Allerheiligen del 1100 circa.
Online dal: 08.10.2020
Una gran parte di questo messale con notazione musicale è stato realizzato intorno al 1100. Dopo il 1300 queste parti sono state rilegate con una sezione più moderna. La presenza delle caratteristiche iniziali con tralci vegetali, la menzione nel calendario di santi locali ed altre aggiunte, lasciano pensare che il messale sia stato confezionato nel monastero di Allerheiligen a Sciaffusa e lì usato nel corso di molti secoli. Si tratta di uno dei pochi manoscritti liturgici proveniente da questo monastero che sia sopravvissuto alla Riforma.
Online dal: 19.12.2011
Prima parte di un breviario ad uso francescano, nella bibliografia in precedenza indicato anche come Horae canonicae, forse destinato ad una clarissa. Scritto nel 1459 su di pergamena di ottima qualità dal famoso copista Johannes Frauenlob. Gli stemmi delle famiglie Schatz e Guldinast di Costanza permettono di trarre delle conclusioni a proposito dei committenti. La ricca decorazione è costituita da iniziali su fondo dorato, iniziali filigranate e decorazione marginale. Presenta 30 iniziali figurate e istoriate realizzate da due artisti stilisticamente chiaramente distinguibili, dei quale il primo si mette in evidenza per la sua maestria, come scrive Bernd Konrad: «Der mit zahllosen Farbpunkten vorgenommene Farbauftrag, die heitere Rankenmalerei […] und auch das geschärfte Verständnis für Fernwirkung bei Landschaftsdarstellungen sind beinahe einzigartig für diese Zeit in der Bodenseemalerei.»
Online dal: 19.12.2011
Il breviario francescano, scritto su finissima pergamena, contiene miniature marginali su temi biblici o agiografici. Il calendario e le miniature suggeriscono che il manoscritto provenga da un convento francescano, forse quello di Paradies. Moser (1997) lo data tra il 1482 e il 1490 circa e lo colloca a Costanza. Gli strappi e i buchi nella pergamena sono stati cuciti ad arte con fili colorati.
Online dal: 31.05.2024
Esemplare contenente sette testi agiografici, ai quali poco più tardi venne aggiunta una Vita Longini (f. 143v), a piena pagina, senza decorazione tranne poche iniziali con tralci, che figura nell'inventario dei manoscritti della biblioteca del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v). La colorazione giallastra dei ff. 1r e 145v lascia supporre che il manoscritto rimase slegato finché nella seconda metà del XV secolo, come numerosi altri, ricevette una legatura in pelle con borchie di metallo ed un gancio di chiusura. Quali carte di guardia (f. I, f. 146) furono utilizzati, così come in Min. 19, Min. 20, Min. 24, Min. 40, Min. 53 e Min. 55, frammenti di un obituario del monastero di Ognissanti del XIV secolo.
Online dal: 22.06.2017
Esemplare contenente estratti dai libri 3 fino a 6 delle Vitas Patrum (Palladio Helenopolitanus, Evagrio Pontico ecc.), trascritto da varie, per la maggior parte inesperte mani, su rozza pergamena con fori e riparazioni, che figura nell'inventario dei manoscritti della biblioteca del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v). Senza decorazione tranne due iniziali con tralci disegnate in rosso con fono di colore azzurro pallido e verde (f. 3r). Lo scolorimento dei ff. 1r e 148v lascia supporre che il manoscritto rimase slegato, finché nella seconda metà del XV secolo ricevette una legatura con pelle gialla e linee decorative. Quali controguardie vennero utilizzati due documenti del 1414 (davanti), rispettivamente 1413 (dietro); la filigrana delle carte di guardia (f. I, 149) è databile al 1455.
Online dal: 22.06.2017
A giudicare da una nota di possesso cancellata, il manoscritto venne terminato prima del 1318. Copista e luogo di origine sono sconosciuti. Contiene commenti in lingua latina del domenicano Alberto Magno (ca. 1200-1280) a sei testi di base dell'insegnamento medievale della logica. Il testo venne corretto nel sec. XIV sulla base di un'altra tradizione testuale, che oggi ci è conosciuta soprattutto attraverso manoscritti rinascimentali italiani. In questo modo si è dato origine ad un testo mescolato, il quale, a causa delle buone ma spesso singolari varianti, è molto importante per l'edizione di questi commenti. La presenza del manoscritto nella „Bibliotheca publica“ di Sciaffusa nella chiesa di S. Giovanni è attestata dal 1589.
Online dal: 22.06.2010
Questo manoscritto del XIII secolo comprende di tre parti. La prima parte contiene opere di Aristotele o dello pseudo-Aristotele in traduzione latina. Nella seconda parte si trova il “De mineralibus” e il “De natura loci” di Alberto il Grande. La terza parte comprende un commento di Michele Scoto all'opera di Giovanni di Sacrobosco sulle sfere celesti, un commento anonimo all'”Aritmetica” di Boezio e un commento di Averroé al “De longitudine et brevitate vitae” di Aristotele. Il manoscritto è annoverato tra i più notevoli oggetti della produzione italiana di libri profani dell'ultimo terzo del XIII secolo e tra i più antichi manoscritti miniati di Aristotele.
Online dal: 24.03.2006
Messale preceduto da un calendario della diocesi di Sion. La decorazione è costituita da iniziali filigranate all'inizio delle feste più importanti (per es. 8r, 14v, 82r, 92r), e da una rozza immagine del Crocifisso nel Canon della Messa (101r). Thomas Züren di Unterwassern, uno dei tre copisti, dichiara nel colophon (193vb) che il volume è stato fatto allestire da Clemens de Ulrichen per l'altare della Madonna in Aragno (Ernen).
Online dal: 13.10.2016
Copiato da una sola mano, l'antifonario (parte invernale del temporale) presenta un certo numero di lacune testuali (manca per esempio l'inizio). Le diverse divisioni dei canti in notazione quadrata sono contrassegnate sia da semplici iniziali alternativamente rosse e blu, sia da iniziali più grandi intarsiate filigranate. Questo manoscritto è inoltre ornato da quattro iniziali istoriate da cui nascono eleganti steli inanellati e rettilinei punteggiati d'oro e che terminano con delle lunghe foglie colorate che si arrotolano e si srotolano (cc. 54v, 89v, 108v, 210r). Cromaticamente e stilisticamente sono vicine alla produzione emiliana della fine del XIII secolo. Invece dell'iconografia tradizionale che mostra il re David in preghiera dinanzi a Dio, l'iniziale che introduce il canto Domine ne in ira (c. 108v) raffigura un religioso con la tonsura – s. Francesco o un francescano? – che si riferisce probabilmente al fatto che questo manoscritto è all'uso dei frati minori. Non si conosce né il convento originario al quale il codice era destinato, né la sua provenienza successiva. Tutt'al più si può associare questa copia ad un secondo manoscritto dell'Archivio di Stato del Vallese, il graduale francescano AVL 506, poiché nel XVIII secolo sono stati rilegati nello stesso laboratorio, il che indica la loro probabile appartenenza comune. La legatura è poi stata restaurata da R. Bommer a Basilea (1998).
Online dal: 10.12.2020
Il manoscritto delle Six âges du monde, realizzato in Francia alla fine del XIV o all'inizio del XV secolo, appare dalla fine del medioevo in una delle più importanti biblioteche vallesane, quella della famiglia Supersaxo, oggi conservata nella Médiathèque Valais-Sion e (per quanto riguarda questo manoscritto) negli Archivi di Stato del Vallese a Sion. L'opera è importante per più ragioni. Da una parte, si presenta nella inusuale forma di un rotolo, formato solitamente riservato, tra gli altri, al genere della cronaca universale al quale appartiene. Dall'altro è attraversato, in tutta la sua lunghezza di otto metri, da un complesso albero genealogico che illustra la successione da Adamo alla Natività di Cristo. Accompagnano questo imponente dispositivo grafico numerosi disegni che decorano le colonne ed il cui stile ricorda delle opere parigine. Inoltre questo esemplare non è unico, poiché la Biblioteca di Reims possiede un esemplare analogo (ms. 61), illustrato certamente dalla stessa mano.
Online dal: 22.03.2017
Antifonario con notazione musicale il cui testo corrisponde all'Ordinario di Sion. Contiene la parte invernale del Proprium de tempore e, quale appendice, l'Officium Defunctorum. Fa parte di un manoscritto pergamenaceo scritto in due parti probabilmente nel 1347, dalla stessa mano che ha redatto anche il Codice Ms. 2, ed appartiene all'Archivio del capitolo della cattedrale di Sion.
Online dal: 21.12.2010
Della stessa mano che ha scritto il Codice Ms. 1 dell'Archivio del capitolo della cattedrale di Sion, questo mansocritto con notazione musicale risale al 1347. Contiene l'Officium visitationes BMV, il Proprium de sanctis (da Andrea a Caterina), il Commune sanctorum e – aggiunto in un secondo tempo – altri brevi testi. Il testo, così come quello del Proprium de tempore contenuto nel Codex Ms. 1, corrisponde all'Ordinario di Sion.
Online dal: 21.12.2010
Questo manoscritto della biblioteca del convento dei cappuccini di Sion si divide in tre parti eseguite da diversi copisti. La prima (cc. 1-113) è costituita da un trattato di inquisizione del 1359, il De jurisdictione inquisitorum in et contra christianos demones invocantes (col capitolo De suspicione: inizio a c. 95r) del domenicano catalano Nicolau Eymeric, inquisitore generale di Aragona. Questa prima parte è stata vergata nel 1460 a Naters per il vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482), dal prete Cristoferus In Domo Lapidea (Im/Zum Steinhaus, Steinhauser), di Lalden, rettore di un altare nella chiesa di Naters; sempre a questo copista si deve la trascrizione di tre manoscritti della biblioteca Supersaxo, l'S 96, l'S 98, e soprattutto l'S 97, che contiene tra gli altri una seconda copia del De jurisdictione inquisitorum, trascritta nello stesso anno, il 1460. La seconda parte (cc. 114-134), con delle iniziali rubricate e talvolta ornate (per es. alle cc. 114r e 127r), contiene la Historia Karoli Magni et Rotholandi (chiamata anche Chronique du Pseudo-Turpin; ca. metà del XII sec., talvolta attribuita a Aimery Picaud), una narrazione delle guerre fittizie condotte da Carlo Magno in Spagna e in Francia. Quest'opera di propaganda in favore della crociata di Spagna e del pellegrinaggio di Compostela, ispirata segnatamente dalla Chanson de Roland, ha incontrato nel medioevo un enorme successo. La terza parte (cc. 135-157) contiene gli statuti sinodali emanati da Walter Supersaxo nel 1460; ne esiste un'altra copia conservata presso l'Archivio del capitolo di Sion (cassetto 3, no 67/5). Una nota di possesso sulla carta di guardia (c. V1r) indica quale proprietario del RCAp 73 un certo Johannes Huser, di Selkingen, attestato a Sion tra il 1532 e il 1561 quale rettore di due altari.
Online dal: 22.03.2018
Questa Bibbia latina portatile contiene l'Antico (cc. 5v-344v) e il Nuovo Testamento (cc. 346r-435v), preceduti dai prologhi di s. Gerolamo all'insieme della Bibbia e al Pentateuco (cc. 4r-5v) e seguiti dall'Interpretazione dei nomi ebraici (cc. 436r-471v). Contiene delle iniziali miniate (cc. 5v, 190v, 364v e 377v), o dorate, o decorate con filigrane rosse e blu; alcuni fogli (2, 3, 345, 357, 472) mancano o sono stati tagliati. Come veniamo a sapere dall'explicit a c. 471v, questo manoscritto venne trascritto nel 1440 da Jean Comte (Comitis) di Warmarens (Vuarmarens, FR), curato di Billens (FR). Il RCap 243 proviene dalla biblioteca dei cappuccini di Sion, ordine istallatosi in questa città dal XVII secolo. Una nota di possesso manoscritta del proprietario sulla controguardia anteriore indica che questa bibbia apparteneva nel 1785 al cappuccino Josef Alexius [Eggo] di Loèche (1761-1840; guardiano a S. Maurice dal 1805 al 1808, a Sion dal 1808 al 1811 e dal 1819 al 1822).
Online dal: 22.03.2018
Questa Bibbia latina contiene dei libri dell'Antico Testamento (Ottateuco, Re, Cronache, Ezra, Tobia, Giuditta, Ester, Giobbe, poi i Maccabei), preceduti dal prologo di s. Gerolamo all'insieme della bibbia (nell'ordine logico: cc. 11 poi 13-14r; incompleto all'inizio), da un estratto del De doctrina christiana 2, 8-9 di s. Agostino (c. 14) e dal prologo di s. Gerolamo al Pentateuco (nell'ordine: cc. 14v poi 9). Alcuni fogli all'inizio sono scomparsi o non sono stati rilegati correttamente; il manoscritto inizia attualmente con la Genesi 19.26. Il testo della Genesi, incompleto, si legge nell'ordine seguente: cc. 9v-10, 15-16, 12 (manca: Gn 10.30-19.26), 1-8 (manca: Gn 31.28-36.19), 17-26r. Similmente, la fine del manoscritto è difettosa; il testo si interrompe a c. 379v con il II Maccabei 14.6. La foliazione moderna presenta degli errori: 3 fogli non sono stati contati tra le cc. 161 e 162; la foliazione passa da c. 188 a c. 190, ed esiste una c. 256a. Il RIKB 8 presenta una iniziale blu con filigrana rossa (c. 9v) così come altre iniziali dipinte in rosso più semplici, talvolta con dei motivi geometrici (per es. alle cc. 69r o 112r). Come si apprende dell'explicit a c. 227v, questa Bibbia fu trascritta nel 1433. Appartenne all'imprenditore svizzero Kurt Bösch (*1907 a Augusta – morto nel 2000 a Augusta), bibliofilo, collezionista e mecenate, che segnatamente fondò l'Istituto universitario Kurt Bösch (IUKB) a Bramois/Sion (VS). Nel 2012, l'IUKB fece dono alla Médiathèque Valais di varie opere preziose, tra le quali questo manoscritto.
Online dal: 22.03.2018
Allo stesso tempo racconto di viaggio e libro di geografia, i Voyages di Jean de Mandeville, composti probabilmente intorno al 1355-1357, incontrarono un grande successo nel Medio Evo. Le numerose copie manoscritte permettono di distinguere tre versioni diverse del testo francese, da cui discendono le traduzioni in latino e nelle lingue volgari. In tedesco, la traduzione più antica, che rimonterebbe al 1393-1399 ca., è quella di Michel Velser, un membro della famiglia von Völs (Fiè, Alto Adige). L'esemplare S 94, della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Giorgio (ca. 1450-1529), presenta numerose iniziali ornate, talvolta zoomorfe o antropomorfe; i fogli di guardia, con annotazioni, sono di pergamena. Sulla base della lingua utilizzata, il manoscritto dovrebbe provenire dalla Svizzera nordalpina. La nota di possesso a c. 120v menziona uno zio «G» che potrebbe rimandare allo stesso Giorgio Supersaxo. Nella legatura si trovava un frammento di un atto pontificio, databile senza dubbio alla metà del XIII secolo, indirizzato da un papa Innocenzo all'abate di Kempten. Il codice S 94 va confrontato con un altro manoscritto della biblioteca Supersaxo, il S 99, che contiene una versione francese dei Viaggi.
Online dal: 14.12.2017
Questo manoscritto della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529), contiene una raccolta di testi letterari francesi di tendenza moralizzante, che contiene il romanzo di Ponto e Sidonia, e dei testi in versi del XV secolo. La parte principale del manoscritto (cc. 1r-122r; iniziale dipinta in rosso, giallo e nero a c. 1r) è occupata dal Ponto e Sidonia, un'opera che conobbe un certo successo nei secoli XV e XVI. Questo adattamento in prosa del romanzo anglo-normanno di Horn, attribuito talvolta a Geoffroi de La Tour Landry, fu scritto in Francia intorno alla fine del XIV sec. o agli inizi del XV. Seguono poi due testi di Alain Chartier (*1385-1395, morto nel 1430), segretario e ambasciatore dei re Carlo VI e soprattutto Carlo VII: alle cc. 122r-131r il celebre Bréviaire des nobles (ca. 1422-1426) e alle cc. 131r-136v, il Lay de paix (ca. 1424-1426). La parte seguente (cc. 136v-145r) contiene un'opera meno diffusa, il Songe de la Pucelle, di autore sconosciuto. Alla fine della raccolta, alle cc. 145v-149r, si trovano sei ballate a pleysance et de bon advis, anonime. Questo manoscritto fu vergato nel 1474 a Martigny (almeno la prima parte, il romanzo di Ponto e Sidonia ), da Claude Grobanet, che si ritrova come copista di due altri manoscritti della biblioteca Supersaxo, l'S 99 (Voyages di Mandeville) e l'S 100 (Statuti della Savoia). Grobanet era al servizio di Antoine Grossi Du Châtelard, signore di Isérables (morto nel 1495). Agli inizi del XVI sec. la famiglia di quest'ultimo conobbe apparentemente delle difficoltà finanziarie; i loro beni - e con questi probabilmente i tre manoscritti - passarono allora nelle mani di Georg Supersaxo.
Online dal: 22.03.2018
Questo manoscritto della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529), con iniziali rosse e blu (talvolta con filigrana, come alle cc. 1r e 113v; due disegni alle cc. 77r e 91r), riunisce otto trattati giuridici latini, dei quali la metà anonimi: 1. Johannes de Blanosco, (Libellus super titulo) de actionibus (cc. 1r-45r); 2. Egidio Foscarari, Ordo judiciarius (cc. 46r-67v); 3. Ordo judiciarius «De edendo» (cc. 68r-69v; incompleto); 4. Ordo judiciarius «Scientiam» (cc. 69v-75v); 5. Tancredi di Bologna, Ordo judiciarius (cc. 77r-113v); 6. Contentio actoris et rei (cc. 113v-117r); 7. Parvus ordo judiciarius (cc. 117r-121v); 8. [Tancredi di Bologna / Raimondo di Peñafort], Summa de matrimonio (cc. 121v-125v; incompleto). Johannes de Blanosco (morto ca. 1281, o più tardi), di origine borgognone, studiò e probabilmente insegnò diritto a Bologna, prima di tornare in patria e mettersi al servizio del duca Ugo IV di Borgogna; nel 1256 compose il suo commento sul titolo delle Institutes «De actionibus », forse ancora a Bologna. L'autore del secondo trattato contenuto in questo manoscritto, Egidio Foscarari (morto nel 1289), fu il primo laico ad insegnare il diritto canonico all'Università di Bologna; il suo Ordo judiciarius, degli anni 1263-1266, è la più importante tra le sue opere. Quanto all'autore dei numeri 5 e 8, Tancredi da Bologna (ca. 1185-ca. 1236), canonista rinomato e arcidiacono, egli accompagnò i papi Innocenzo III, Onorio III e Gregorio IX; tra le sue opere, la Summa de sponsalibus et matrimonio, redatta intorno al 1210-1214 e rilavorata da Raimondo di Peñafort nel 1235, incontrò un certo successo, ma è soprattutto celebre per il suo Ordo judiciarius (ca. 1214-1216), che si impose in tutta Europa come opera di riferimento nel campo della procedura giudiziaria. Per quanto riguarda i quattro trattati anonimi (o non attribuiti con sicurezza) dell'S 102: il n. 3, meglio conosciuto sotto il titolo Ulpianus de edendo, fu verosimilmente scritto intorno al 1140-1170 in Inghilterra; il n. 4 prima del 1234 in Francia (autore è un certo Gualterus, forse identico a Gauthier Cornu, arcivescovo di Sens); il n. 6, che data del pontificato di Gregorio IX (1227-1241), potrebbe essere di origine anglo-normanna; infine il n. 7 fu composto in due versioni - nel 1221 e 1238 - nel nord della Francia. La biblioteca Supersaxo contiene numerose opere giuridiche; in particolare, l'S 102 va avvicinato al manoscritto S 104 (Goffredo da Trani, Summa super titulis Decretalium, parimenti di origine bolognese e risalente al XIV sec.
Online dal: 22.03.2018
La Summa super titulis (o rubricis) Decretalium è un celebre trattato giuridico sulle Decretali di Gregorio IX, composto intorno al 1241-1243 da Goffredo da Trani, professore di diritto canonico a Bologna e futuro cardinale (morto nel 1245). In questo esemplare l'inizio di ognuno dei cinque libri è segnalato da una iniziale miniata (cc. 1r, 45r, 75v, 105v, 124v); vi si trovano anche, tra le annotazioni e le manicule, molte piccole teste umana disegnate di profilo, a penna, nei margini e tra le colonne di scrittura (per es. a c. 154r). Questo manoscritto fa parte della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529); prima appartenne a Giorgio di Saluzzo (vescovo di Aosta nel 1433 e di Losanna nel 1440, morto nel 1461), all'epoca in cui era ancora decano di Puy-en-Velay. La biblioteca Supersaxo annovera ancora un volume di origine bolognese, l'S 102, anch'esso risalente al XIV sec. e ugualmente contenente dei testi giuridici.
Online dal: 14.12.2017
Questo manoscritto della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Giorgio (ca. 1450-1529) contiene le sei Commedie di Terenzio, introdotte ognuna da una iniziale ornata: Andria (c. 5r), Eunuchus (c. 19v), Heautontimoroumenos (c. 35v), Adelphoe (c. 52r), Hecyra (c. 66v), Phormio (c. 78r). Il manoscritto fa parte di un insieme di copie realizzate, se non da Giorgio Supersaxo medesimo, almeno da uno scriba anonimo al suo servizio, intorno al 1472-1474, all'epoca in cui il giovane seguiva i suoi studi di diritto a Basilea. In questo gruppo di manoscritti figurano dei classici (Terenzio, Sallustio…). Le Commedie di Terenzio occupano un posto scelto, poiché sono ricopiate in un altro manoscritto di questo gruppo, rimasto incompleto, l'S 101.
Online dal: 14.12.2017
Il codice è un manoscritto composto da vari testi liturgici. Contiene il graduale con neumi, un calendario con una serie di tavole computistiche, un sacramentario, un lezionario e un rituale. Nella sua creazione sono stati coinvolti dodici copisti. Il manoscritto è decorato con due disegni a penna e iniziali a intreccio. Le grandi immagini si caratterizzano per una originale iconografia. Il codice è un esempio della transizione dai singoli libri liturgici al messale plenario.
Online dal: 26.09.2024
Questo manoscritto composito in lingua tedesca è stato realizzato all'inizio del XV secolo probabilmente nel convento zurighese delle domenicane di Oetenbach. Contiene, oltre al salterio liturgico (per la preghiera monastica, Psalterium feriatum), anche i Cantica del breviario e le litanie dei santi in lingua tedesca, così come una preghiera. Al più tardi dal XVII sec. si trova in possesso della collegiata di Sankt Ursen di Soletta.
Online dal: 17.03.2016
Questo manuale di spiritualità contiene numerosi testi in tedesco: la traduzione del vangelo di Niccodemo, una preghiera della comunione per la messa dei morti domenicana e testi mistici sulla Passione di Cristo. Il manoscritto è stato prodotto nel terzo quarto del sec. XV nell'area dell'Alto Reno e proviene dal convento delle domenicane di Berna (convento di S. Michele all'Isola). Nel sec. XVI, in seguito alla Riforma, giunse nella biblioteca municipale di Soletta (Bibliotheca civitatis).
Online dal: 21.12.2009
Il breviario per i canonici agostiniani, miniato, è stato realizzato nel 1470/1471 in Lombardia. L'elegante manoscritto proviene dal convento di Santa Croce di Mortara. Nel sec. XVII giunse in possesso della famiglia patrizia solettese dei Wagner, i cui libri vennero lasciati per testamento alla biblioteca cittadina nel 1773.
Online dal: 21.12.2009
Questa bibbia parigina, o bibbia di Sorbona, prodotta intorno al 1270 nella Francia del nord, non è solo notevole per la forma dell'allestimento del testo, corredato di glosse e correzioni, ma anche per le miniature di grande qualità. Il volume giunse nel tardo sec. XVI a Zuchwil e si trova dal sec. XVIII nella biblioteca della collegiata di Soletta.
Online dal: 25.06.2015
Il Leggendario di Soletta è il più antico esempio di una collezione di leggende in lingua tedesca. Il manoscritto fu realizzato durante il secondo quarto del XIV secolo in un convento domenicano, probabilmente a Töss (vicino a Winterthur) o a Oetenbach (Zurigo). Il manoscritto fu acquisito da Soletta nel XVII secolo.
Online dal: 31.07.2009
Questo messale all'uso francescano contiene le messe domenicali e festive del temporale e del santorale. Una nota di possesso del francescano Franz Meyer, dal 1587 guardiano del convento di Soletta, attesta la provenienza del manoscritto da quel convento. Come ipotizza Schönherr, il messale potrebbe provenire in origine dal convento francescano di Berna, che fu soppresso durante la Riforma.
Online dal: 06.09.2023
Questo libro per la meditazione e la preghiera in tedesco proviene dal convento delle domenicane di S. Michele all'Isola a Berna. Contiene, tra l'altro, numerosi estratti dagli scritti di Gertrud von Helfta, rispettivamente Mechthilds von Hackeborn. La maggior parte del codice è stata scritta dalla suora Luzia von Moos nel 1507. Dal sec. XVII ne è attestato il possesso da parte della famiglia solettese Gugger; all'inizio del sec. XIX è giunto nella biblioteca cittadina di Soletta.
Online dal: 21.12.2009
Il piccolo messale costituisce un'importante testimonianza della liturgia francescana del XIII secolo. Schönherr ipotizza che sia stato realizzato nella provincia francescana della Germania meridionale e che sia di provenienza bavarese (convento delle francescane Heilig Kreuz di Landshut?). Una nota di possesso del guardiano del convento dei minoriti di Dieburg, vicino a Darmstadt, risale al 1513. Non si sa come e quando il manoscritto sia giunto a Soletta.
Online dal: 06.09.2023
Questa «Historienbibel» di Soletta fu allestita nel 1460 nell'atelier di Diebold Lauber a Hagenau (Alsazia). Questa prestigiosa opera è stata forse commissionata dal cancelliere della città di Soletta Hans vom Staal (1419-1499). Nel 1763 il libro fu acquistato dalla biblioteca della città di Soletta in quanto parte della biblioteca della famiglia von Staal.
Online dal: 31.07.2009
Antico testimone delle Sententiae di Pietro Lombardo († 1160), redatto forse ancora all'epoca della vita dell'importante scolastico. Scritto forse in uno scriptorium alsaziano, nel XV secolo il codice si trovava nel capitolo dei canonici di Schönenwerd e ricevette una nuova legatura da parte del rilegatore Woldaricus.
Online dal: 25.06.2015
Il graduale ad uso francescano è stato realizzato intorno al 1320-1330 in uno scriptorium altorenano. Proviene dal convento francescano di Soletta dove rimase in uso fino nel sec. XVIII.
Online dal: 21.12.2009
Questa cronaca della Riforma, un autografo illustrato con numerose xilografie, comprende sette ‘libri': il primo libro tratta di Cristo e del Papa e Kessler racconta come era la vecchia chiesa. Nel secondo libro egli descrive l'avvento di Lutero e della nuova religione. I libri dal III al VII raccontano in dettaglio l'inizio e il corso della Riforma a San Gallo e nell'area del principato abbaziale adiacente, nella Confederazione Svizzera e nell'Impero tedesco. In termini di ampiezza e di dettagli, gli avvenimenti di San Gallo e della Svizzera orientale occupano la parte più importante. I meriti di Vadiano sono più volte ricordati e lodati. Kessler chiamò la sua opera «Sabbata» perché l'aveva scritta «an den Sabbaten, das sind an den Fyrtagen und Fyrabendstunden».
Online dal: 14.12.2018
Il manoscritto composito VadSlg Ms. 292 comprende tre unità realizzate indipendentemente l'una dall'altra, quindi rilegate insieme a San Gallo intorno al 1460. La prima unità corrisponde a un salterio del IX secolo, non si sa se prodotto a San Gallo. La seconda comprende un innario del XII secolo: una miniatura di dedica rappresenta il copista Eberhard nell'atto di porgere il suo volume a Gallo, mentre papa Gregorio, seduto al pulpito, annota i canti che lo Santo Spirito, sotto le sembianze di una colomba, gli sussurra all'orecchio. La terza sezione comprende un frammento con alcuni prologhi al salterio.
Online dal: 20.05.2009
Di piccolo formato, questo manoscritto dell'XI sec. riunisce un calendario, un graduale con neumi con i canti per la messa ed un sacramentario con le preghiere della messa. E' stato probabilmente scritto nel monastero di S. Gallo; nel tardo medioevo venne utilizzato nella cappella dedicata ai SS. Pietro e Paolo a Rotmonten presso S. Gallo. Ha subito l'asportazione di numerose pagine intere e parti di fogli con iniziali.
Online dal: 21.12.2010
Nelle opere De arithmetica e De institutione musica Boezio trasmise ai medievali la matematica greca e la teoria della musica. Databile al XII secolo, tale codice presenta miniature schematiche policromatiche, realizzate con particolare cura.
Online dal: 20.05.2009
Manoscritto di Rudolf von Ems riconducibile alla stessa area di Zurigo ove fu prodotto il «Codex Manesse» (Manessische Liederhandschrift). Costituisce uno degli esempi più compiuti della decorazione libraria sviluppatasi in Germania meridionale nel periodo intorno al 1300. Si vedano, ad esempio, le straordinarie miniature che illustrano la «Cronaca del mondo» di Rudolf von Ems e il poema epico che Stricker dedicò a Carlomagno e alla sua campagna militare in Spagna.
Online dal: 20.05.2009
Cartulario contenente l'atto di fondazione dell'abbazia premonstratense di Weissenau, nei pressi di Ravensburg. Papi, imperatori, re, principi, duchi, vescovi e vicari ivi menzionati sono ritratti nei margini con le insegne del loro ufficio. Precede il cartolario una storia della fondazione dell'abbazia; un registro tributario e altri documenti vi sono annessi in appendice.
Online dal: 20.05.2009
Testo e decorazione assumono pari importanza in quest'opera miniata di propaganda anti-papale, intitolata, dal verso di apertura, “Ascende calve”. Il manoscritto della collezione vadiana è il più importante testimone di questa opera, ove i testi prendono forma di proverbi. Particolarmente interessanti ed affascinanti le miniature realizzate in differenti tonalità di grigio.
Online dal: 20.05.2009
«Historienbibel» in due volumi di grande formato, completamente miniato nello stile artistico caratteristico dell'atelier di Diebold Lauber ad Hagenau. La sua presenza è attestata a Costanza nel terzo quarto del XV secolo. Alcune sue imperfezioni furono riparate a San Gallo nei primi anni del XVII secolo: è uno tra i primi impegni di conservazione libraria che vennero intrapresi a San Gallo.
Online dal: 20.05.2009
Questo manoscritto cartaceo contiene una serie di scritti alchemici attribuiti al francescano catalano Raimondo Lullo ed è stato vergato dal copista Johannes de Sancta Maria. Il testo è corredato da un ciclo di immagini che comprende 20 tavole colorate che illustrano il procedimento alchemico che porta al processo di trasformazione da metalli comuni a metalli nobili. Il codice fa parte di un gruppo di opere di contenuto alchemico appartenuto al sangallese Bartlome Schobinger (1500-1585), commerciante di successo, collezionista di libri e membro del consiglio di S. Gallo (Ratsherr), che vi inserì le sue annotazioni. Schobinger è considerato un promotore dell'alchemia e dei suoi studi, un interesse che completava la sua attività di commerciante di metalli.
Online dal: 08.10.2020
L'opera «Blumen der Tugend» di Heinrich Schlüsselfelders, una raccolta di racconti corti a carattere istruttivo, deriva da un modello italiano. Nel 1468 il compilatore, originario di Norimberga, lo traspose in Italia in tedesco. La carta è di origine italiana, le iniziali, i ferri della legatura ed i resti della chiusura, presentano delle forme italiane. Quale decorazione lo Schlüsselfelder utilizzò le prime incisioni in rame italiane raffiguranti le virtù cardinali ed un unicorno; poco più tardi egli stesso, od un lettore, illustrarono il testo nei margini con dei disegni a penna colorati.
Online dal: 04.11.2010
Il manoscritto contiene le Omelie di Gregorio Magno in una scrittura del sec. XI, con iniziali in rosso e rubriche. L'opera figura già in un elenco di libri di Pfäfers del sec. X/XI e rimase nella biblioteca del monastero sia dopo il devastante incendio del 1665 che dopo la secolarizzazione del 1838. Quali controguardie e fogli di guardia anteriori e posteriori frammento della Historia ecclesiastica di Eusebio di Cesarea (sec. IX/X).
Online dal: 21.12.2009
Calendario, graduale e sacramentario dalla chiesa parrocchiale di S. Evort di Pfäfers, conservato dal XVII/XVIII sec. nella biblioteca del monastero di Pfäfers. Presenta iniziali, una ricca decorazione e, a c. 59r, un'immagine del Canone a piena pagina. A c. 173v, aggiunto da una mano del sec. XIII, si legge un Alemannischer Glauben und Beichte.
Online dal: 14.06.2018
Manoscritto composito a carattere agiografico contenente le vite di s. Colombano, Eustachio, Gallo, Otmar, Nicola di Mira, Agostino, Meinrado, Walpurga, Sigismondo, Alessio e Apro, così come il commento di Remigio di Auxerre al vangelo di Matteo.
Online dal: 19.12.2011
Le registrazioni di Ardüser iniziano nell'anno 1572 e finiscono nel 1614. La cronaca costituisce una importante fonte per la vita politica e sociale nell'allora «Alt Fry Rätien». La «Rätische Chronik» di Hans Ardüser venne scoperta solo negli anni '70 dell'Ottocento dall'allora responsabile del liceo cantonale grigionese J. Bott e dato alle stampe. Una gran parte della Cronaca è composta da relazioni riguardanti gli avvenimenti politici della fine del XVI secolo e dell'inizio del XVII secolo. Nella sua opera Ardüser ricorda anche i delitti, l'esecuzione di streghe e riferisce inoltre su degli eventi meteorologici eccezionali e i conseguenti cattivi raccolti. Dalle sue annotazioni autobiografiche, parimenti riportate nella «Rätische Chronik», risulta che Ardüser era un lettore dotato. Si può dedurre che le sue conoscenze su tutti questi svariati temi gli venissero da fonti scritte quali registri parrocchiali, notiziari che circolavano, scritti ufficiali e contatti personali con funzionari, mercenari di ritorno o commercianti di passaggio.
Online dal: 22.06.2017
La bibbia tascabile, scritta probabilmente a Parigi, contiene l'Antico Testamento con 16 prologhi di Girolamo ai singoli libri biblici. Alla fine sono stati strappati almeno cinque fogli da 1Macc 4,38. La pergamena, eccezionalmente fine e sottile, è di ottima qualità. Su ogni pagina vi sono titoli delle colonne bicolori e numeri di capitolo in rosso e blu. La decorazione del libro è costituita da iniziali filigranate e iniziali a colori, alcune con rappresentazioni figurative: p. 9 (storia della creazione), p. 137 (Mosè), p. 435 (Davide con arpa), p. 446 (Davide), p. 450 (insipiens), p. 470 (Davide), p. 482 (Salomone). Nei Salmi, la divisione liturgica in otto parti del Salterio è particolarmente evidenziata da iniziali a colori.
Online dal: 14.12.2022
Manoscritto contenente libri dell'Antico e Nuovo Testamento, trascritto da Winithar agli inizi dell'Abbazia di San Gallo.
Online dal: 14.09.2005
Il manoscritto contiene nella prima parte i commenti di Isidoro di Siviglia ai libri veterotestamentari Esodo (p. 1−44), Deuteronomio (p. 44−53), Giosué (p. 53−62) e Giudici (p. 62−71). Questi commenti costituiscono una parte dell'opera Mysticorum expositiones sacramentorum seu quaestiones in vetus testamentum. Nella seconda parte, vergata da un'altra mano più accurata (p. 73−135), trova posto la trascrizione del Levitico con un esteso commento interlineare, previsto sin dall'inizio. Tra le due parti (p. 72) si trova il timbro della biblioteca utilizzato tra il 1553 e il 1564, all'epoca dell'abbaziato del vescovo-principe Diethelm Blarer.
Online dal: 23.06.2016
Copia dei libri veterotestamentari, costituita da due codici: pp. 3–105 con il primo e secondo libro delle Cronache (Paralipomeni), XII secolo; pp. 107–239 con il primo e secondo libro apocrifo dei Maccabei con due prologhi, XI secolo. La decorazione è costituita da una iniziale rossa contornata, con tralci vegetali, a p. 107.
Online dal: 23.06.2016
Manoscritto biblico databile agli anni dell'abbaziato di Werdo (784-812); contiene trascrizioni di libri del Vecchio Testamento.
Online dal: 14.09.2005
Manoscritto biblico risalente agli anni in cui Hartmut era vice-abate (ca. 850-872) e abate (872-883). Contiene trascrizioni di libri del Vecchio Testamento (Proverbi, Ecclesiaste, Cantico dei cantici, Sapienza, Siracide, Libri dei Re). Volume della cosiddetta "Kleine Hartmut-Bibel".
Online dal: 12.06.2006
Copia dei libri dell'Antico Testamento, principalmente con i prologhi di Girolamo: Proverbi (pp. 5-37), Qoelet o Ecclesiaste (pp. 37-49), Cantico dei Cantici (pp. 49-55), Sapienza (pp. 55-78), Siracide (pp. 78-141), Giobbe (pp. 141-180), Tobia (pp. 180-195), Giuditta (pp. 195-214), Ester (pp. 214-232). Con alcune iniziali a penna con motivi vegetali a inchiostro rosso (pp. 7, 8, 141, 143, 180, 181).
Online dal: 14.12.2018
Trascrizioni di libri del Vecchio Testamento databili al primo terzo del IX secolo, contenenti una glossa autografa di Notkero Balbulo ( † 912).
Online dal: 14.09.2005
Manoscritto liturgico miscellaneo contenente testi databili nell'arco cronologico compreso tra il IX e il XII secolo ed un disegno dell'orologio astronomico di Pacifico da Verona.
Online dal: 31.12.2005
Manoscritto biblico risalente agli anni in cui Hartmut era vice-abate (ca. 850-872) e abate (872-883). Contiene una trascrizione del "Salterio ebraico". Volume della cosiddetta "Kleine Hartmut-Bibel".
Online dal: 12.06.2006
Il salterio di Wolfcoz, uno dei primi esempi di iniziali miniate di altissimo pregio provenienti da San Gallo.
Online dal: 31.12.2005
Traduzione dei 150 salmi dell'Antico Testamento con commento, in antico alto-tedesco, databile all'incirca all'anno 1000. Ne è autore il monaco Notkero il Germanico di San Gallo. Trascrizione proveniente dall'abbazia di Einsiedeln. Unica copia esistente.
Online dal: 12.06.2006
Il salterio, scritto nel XIII secolo, presenta forti tracce di uso. Secondo delle «istruzioni per l'uso» riportate sulla controguardia posteriore, che invitano a lasciarlo nel coro affinché ogni sorella possa leggerlo, il salterio proviene da un convento femminile. Poiché s. Caterina è particolarmente evidenziata nel calendario, potrebbe essere appartenuto al convento delle domenicane di S. Caterina a San Gallo. La decorazione è costituita da iniziali filigranate rosse e blu. Inoltre, sia la divisione liturgica in otto parti che quella in tre parti del salterio, sono sottolineate da iniziali più grandi a colore, alcune delle quali disegnate con inchiostro argentato e dorato. Ai salmi fanno seguito da p. 240 i Cantici biblici, il Credo, il Te Deum, il Symbolum Athanasianum e una litania. Nel XV e XIV-XV secolo sono stati sostituiti alcuni fogli (pp. 95-98, 257-264). Alla fine delle litanie (pp. 269-288) sono stati rilegati due fascicoli di un breviario della stessa mano delle pp. 257-264. Il salterio è preceduto da un calendario incompleto (da luglio a dicembre), sempre della stessa mano, con i nomi dei mesi in tedesco (pp. 1-12). In origine, il calendario era costituito da due fascicoli, dei quali si è conservato unicamente l'ultimo foglio del primo fascicolo e il secondo completo. Sul foglio di guardia anteriore è incollato l'ex-libris del principe abate Beda Angehrn (abate 1767-1796).
Online dal: 14.12.2022
Breve salterio dell'inizio del XIV secolo, trascritto nell'abbazia di Malmesbury (oggi soppressa), nell'Inghilterra occidentale. Il codice contiene un calendario e una litania per tutti i santi ed è decorato con iniziali e con bordature con diversi motivi ornamentali (fogliette, fiori, pròtomi, faccette). Presente nell'abbazia di San Gallo al più tardi dal 1500 e qui «completato» con delle ricette mediche.
Online dal: 23.12.2008
Trascrizioni di libri del Vecchio Testamento risalenti al tempo di Wolfcoz, monaco e maestro dello scrittorio.
Online dal: 14.09.2005
Manoscritto composito di tre parti: 1) Cantico dei Cantici con ai lati un commento erudito, databile al sec. XII/XIII, probabilmente scritto nell'abbazia di S. Gallo, 2) la lettera di Prospero di Aquitania a Rufino su «De gratia et libero arbitrio», l'opera «Pro Augustino responsiones ad capitula obiectionum Gallorum calumniantium» di Prospero di Aquitania, l'opera di Agostino «Responsiones ad Dulcitium de octo quaestionibus ab eo missis» e lo scritto pseudo-agostiniano «Hypomnosticon contra Pelagianos» (come nel ms. Colonia, Dombibliothek, Codex 79), del sec. IX, 3) la versione incompleta dell'opera di Agostino «Enchiridion de fide, spe et caritate» (compendio sulla fede, la speranza e l'amore) anche del sec. IX.
Online dal: 21.12.2009
Trascrizioni di libri del Vecchio Testamento risalenti al tempo di Wolfcoz (820-840 circa), monaco e maestro dello scrittorio.
Online dal: 14.09.2005
Manoscritto biblico risalente agli anni in cui Hartmut era vice-abate (ca. 850-872) e abate (872-883). Contiene trascrizioni di libri del Vecchio Testamento (Isaia e Geremia). È un volume della cosiddetta "Kleine Hartmut-Bibel".
Online dal: 12.12.2006
In questo volume sono riuniti tre codici. I primi due (pp. 1-84 e 85-228) contengono il Vangelo di Giovanni, il terzo (pp. 229-342) il Vangelo di Marco, ciascuno con il cosiddetto Prologus monarchianus (Stegmüller, Repertorium Biblicum, n. 624: p. 1-2 e 86-88; Stegmüller, RB 607: p. 229-232) e la Glossa ordinaria. Nel primo codice il testo evangelico si interrompe al centro della frase a pag. 84 in Gv 21,2; solo Gv 1,1-8,24 è glossato; nel secondo codice Gv 1,1-20,25 è glossato. Mentre il primo e il terzo codice risalgono al XII secolo, il secondo è un po' più tardo (XII-XIII secolo). Anche le ultime pagine del terzo codice sono successive (XIII secolo: glossato da p. 315, testo principale da p. 319). A p. 3 un'iniziale zoomorfa (drago), a p. 229 una iniziale in rosso. Nel dorso si trovano incollati dei frammenti di manoscritti del X secolo. All'interno della coperta anteriore è visibile l'impronta di un frammento di manoscritto. All'interno di quella posteriore vi è una nota di possesso tardomedievale del monastero di S. Gallo.
Online dal: 13.06.2019
Copia delle Lettere paoline, con una miniatura dell'apostolo Paolo raffigurato mentre predica dinanzi a una gran quantità di Ebrei e pagani. Contiene inoltre copie del «De dialectica» e del «De rhetorica» di Alcuino e del «Peri hermeneias» di Apuleio di Madaura (?), trascritte nel monastero di San Gallo nella seconda metà del secolo IX, con emendamenti aggiunti nel secolo XI.
Online dal: 14.09.2005
Manoscritto composito costituito da due parti indipendenti: 1) versione incompleta del Somnium Scipionis all'opera De re publica di Marco Tullio Cicerone, scritta nell'abbazia di S. Gallo nel sec. X, così come il Commento, molto diffuso nel Medioevo, dello scrittore tardoantico Macrobio che data al 430/440 ca. Un frammento di questo manoscritto si trova nel Cod. Voss. lat. qu. 33 (fol. 58) della Bibliotheek der Rijksuniversiteit a Leida, 2) copia eseguita a S. Gallo delle sette Lettere cattoliche (3 Lettere di Giovanni, 2 Lettere di Pietro, la Lettera di Giacomo, la Lettera di Giuda) con un commento erudito del sec. XII.
Online dal: 21.12.2009
Copia delle Lettere cattoliche con Glossa ordinaria: Prologo di Gerolamo alla Lettera di Giacomo, Stegmüller, Repertorium Biblicum, n. 809 (p. 4), Lettera di Giacomo (pp. 5-19), prima Lettera di Pietro (pp. 19-34), seconda Lettera di Pietro (pp. 34-43), prima Lettera di Giovanni (pp. 43-57), seconda Lettera di Giovanni (pp. 57-59), terza Lettera di Giovanni (pp. 59-61), Lettera di Giuda (pp. 61-64). Alle pp. 1 e 2, di diverse mani, ulteriori testi introduttivi alla Lettera di Giacomo, incluso il Prologo di Gerolamo (Stegmüller, RB 808), estratti da Gerolamo, ep. 53 (Stegmüller, RB 807), un prologo anonimo alla Lettera di Giacomo (Stegmüller, RB 806) e altri testi relativi, nel senso più ampio, alla Glossa ordinaria (citato in Stegmüller, RB 11846, come tramandato solo in questo manoscritto). A p. 2 anche le prime 3 strofe della sequenza di Giovanni Verbum dei deo natum.
Online dal: 13.06.2019
Copia delle Lettere di Paolo con la Glossa ordinaria: Lettera ai Romani (pp. 3-44), Prima lettera ai Corinzi (pp. 44-78), Seconda lettera ai Corinzi (pp. 78-106) Lettera ai Galati (pp. 106-121), Lettera agli Efesini (pp. 121-136), Lettera ai Filippesi (pp. 136-146), Lettera ai Colossesi (p. 146-156), Prima lettera ai Tessalonicesi (pp. 156-164), Seconda lettera a Timoteo (pp. 165-172), Lettera a Tito (pp. 172-177), Lettera a Filemone (pp. 177-179), Lettera agli Ebrei (pp. 179-214). Mancano la Seconda lettera ai Tessalonicesi e la Prima lettera a Timoteo (perdita di un fascicolo). Alle pp. 1-2 l'inizio della Lettera ai Romani (Rm 1, 1-20) compare già una volta, anche in questo caso con la Glossa ordinaria. La decorazione del libro è costituita da iniziali con tralci vegetali realizzate con l'inchiostro del testo alle pp. 3, 44, 106, 146, 172, 177 e 179. Sull'ultimo foglio (pp. 215/216), presumibilmente anticamente una controguardia, si legge la sequenza De sancto Nicolao di Adamo di San Vittore con notazione diastematica su righe musicali impresse con lo stilo. Questa forma di notazione, che non era comune a San Gallo, parla piuttosto contro un origine del manoscritto nel monastero di San Gallo.
Online dal: 14.12.2018
Due codici in un volume. Il primo (pp. 1-288; inizio XII secolo) contiene le lettere paoline con la Glossa ordinaria e quattro prologhi: prologo anonimo, Stegmüller, Repertorium biblicum, no. 11086 (p. 1), Prologo di Pelagio (?), Stegmüller, RB 670 (pp. 1-2), Prologo di Pelagio, Stegmüller, RB 674 (pp. 2-3), Prologo di Marcione, Stegmüller, RB 677 (p. 3). A p. 3 anche estratti dal Decretum Gratiani (D. 28 c. 17), dal Concilium Bracarense II, can. 2, e un altro testo canonico. Seguono le lettere paoline nel solito ordine (pp. 5-287), compresa la lettera apocrifa ai Laodicensi (pp. 216-218). Il secondo codice (pp. 288-448; XII secolo, da p. 417 XII-XIII secolo) contiene principalmente estratti dalle prediche e altre opere di Girolamo (pp. 289-374 e 386-387), tra queste altre prediche (pp. 382-386, 387-403 e 408-415) e altre opere, in parte solo in estratto: Grimlaicus, Regula solitariorum, cap. 3-5 e 31-34 (pp. 374-381); anonimo, De consanguinitate BMV (pp. 403-407); Gregorio di Tours, Miracula 1, 31-32 (su s. Tommaso; pp. 407-408); Amalario di Metz, Ordinis missae expositio I, prologo e cap. 17 (pp. 415-416); estratto da Gregorio Magno, Regula pastoralis, cap. 12 (p. 416); Petro Abelardo, Sententiae 1-60 e 102-247 (pp. 417-448). All'interno delle coperte impronte di frammenti di un messale del X secolo.
Online dal: 13.06.2019
Il codice contiene le Lettere di S. Paolo con tre prologhi alle Lettere ai Romani (Stegmüller, Repertorium Biblicum, Nr. 650, 674 und 677; p. 1), la Glossa ordinaria e altre glosse. La Lettera agli Ebrei si interrompe a Eb 4,16. Il manoscritto, che presenta una legatura romanica, è stato probabilmente scritto verso la fine del XII secolo. Non è chiaro se sia stato prodotto a S. Gallo.
Online dal: 14.12.2022
Copia delle Epistole di s. Paolo, degli Atti degli Apostoli, delle Lettere cattoliche (3 Lettere di Giovanni, 2 Lettere di Pietro, la Lettera di Giacomo, la Lettera di Giuda) e dell'Apocalisse, scritta e decorata con alcune iniziali nell'abbazia di S. Gallo intorno alla metà del sec. IX.
Online dal: 21.12.2009
La più antica pandetta completa esistente di Alcuino, proveniente dal monastero di S. Martino a Tours.
Online dal: 31.12.2005
Bibbia di grande formato, nella quale mancano unicamente i salmi ed il libro di Baruc. I vari libri sono introdotti da iniziali ad inchiostro rosso su più linee (per es. p. 3). All'interno della coperta posteriore sono visibili le tracce di fogli in scrittura onciale, forse di una versione del V secolo della Vetus Latina.
Online dal: 17.03.2016
Manoscritto biblico risalente agli anni in cui Hartmut era vice-abate (ca. 850-872) e abate (872-883). Contiene libri del Vecchio Testamento (i due libri di Samuele e i due libri dei Re). Secondo volume della cosiddetta "Grosse Hartmut-Bibel" (La grande Bibbia di Hartmut).
Online dal: 12.12.2006
Manoscritto biblico risalente agli anni in cui Hartmut era vice-abate (ca. 850-872) e abate (872-883). Contiene libri del Vecchio Testamento (i due libri delle Cronache, Giuditta, Ester, Esdra, Neemia, i due libri dei Maccabei).
Online dal: 12.12.2006
Contiene i primi cinque libri di Mosè (Pentateuco), il libro di Giosuè e quello dei Giudici dall'Antico Testamento nonché le lettere di s. Paolo e gli Atti degli Apostoli dal Nuovo Testamento; scritto intorno al 1100 nel monastero di Allerheiligen (Ognissanti) a Sciaffusa, giunse già nel sec. XII a S. Gallo.
Online dal: 15.04.2010
Il De officiis ministrorum, un compendio dell'etica cristiana, opera di Ambrogio (339-397 circa). Copia trascritta intorno al 900, probabilmente non nel monastero di San Gallo. Precedono l'opera di Ambrogio un breve salterio, una litania e alcune orazioni.
Online dal: 09.12.2008
Codice miscellaneo delle opere dogmatiche De Spiritu Sancto libri tres ad Gratianum e Libri tres de incarnatione contra Apollinaristes, composte dal Padre della Chiesa Ambrogio († 397); vi è tràdito anche il De laude sanctorum del vescovo Vitricio di Rouen († prima del 409). Copia databile alla metà del IX secolo e riconducibile al nord della Francia (probabilmente all'area di Metz, e non al monastero di San Gallo). Il manoscritto si apre con sei versi di dedica in esametri latini indirizzati dal prete Regimarus al re Ludovico il Germanico (833-876).
Online dal: 09.12.2008
Contiene il commento ai Salmi di Gerolamo Tractatus super psalmos scritto probabilmente nel sec. X in un luogo che rimane sconosciuto ma che non è S. Gallo.
Online dal: 21.12.2009
Codice trascritto da Winithar, contenente il commento di Girolamo ai Salmi 1-59.
Online dal: 14.09.2005
Codice databile agli anni di attività di Wolfcoz (820-840); contiene il commento di Girolamo al libro di Ezechiele, 1-6.
Online dal: 31.12.2005
Codice databile agli anni di attività di Wolfcoz (820-840); contiene il commento di Girolamo al libro di Ezechiele, 7-14.
Online dal: 31.12.2005
Codice miscellaneo risalente agli anni dell'abbaziato di Waldo (782-784). Contiene testi dei Padri della Chiesa.
Online dal: 14.09.2005
Copia dell'esegesi del Padre della Chiesa Gerolamo († 420) del Vangelo di Matteo. Il codice, scritto nella seconda metà del sec. VIII nel monastero di S. Gallo parzialmente in minuscola insulare, contiene all'inizio (p. 3 e p. 6) una antifona (?) con neumi, il Padrenostro in latino e cinque alfabeti latini; sull'utima pagina vi è una prova di penna con dei neumi. Correzioni ed aggiunte al testo si trovano su strisce di pergamena inserite nei fascicoli.
Online dal: 04.10.2011